Mi scrivono e mi parlano di deontologia i consiglieri Alaimo Antonio, Alaimo Paolo, Bellavia Giuseppe, Bottone Pasquale, Castronovo Calogero, Distefano Giacomo, Grova Giuseppe, Limblici Antonio, Lombardo Michele, Milioti Giuseppe e Salemi Francesco.
Mi ricordano che “la deontologia di ogni giornalista è, o meglio dovrebbe essere, il racconto della cronaca e/o dei fatti nella sua interezza, in modo chiaro, obiettivo e veritiero possibile, e non invece, descrivendolo in modo monco, allusivo e pieno di valutazioni personali, facendo si che chi legge può essere indotto a immaginarsi uno scenario diverso da quello reale”.
In pratica un giornalismo di regime, una penna e un microfono stupidi a loro disposizione, senza approfondimento, senza un minimo di ricerca della verità. Un’informazione stretta nei binari che fanno loro comodo e se vogliono fare apparire l’asino che vola, la stampa deve confermare che l’asino vola davvero. Mi addolora tra i firmatari leggere i nomi di amici cari che mi conoscono e sanno come la penso e arrivano a ipotizzare un giornalismo di “ripicche e vendette personali”. Ma quante volte devo pagare? Pago per il mio fare giornalismo e dopo aver pagato mi si sventola la possibilità delle ripicche e vendette personali. Queste, semmai, appartengono a qualcuno dei firmatari che buttava, fino a ieri, veleno da tutti i pori lanciando offese gravissime e personali al sindaco. Per disprezzo della polemica non faccio, almeno adesso, nomi e cognomi. Non mettetemi cari consiglieri i vostri abiti, ché porto una taglia diversa.
Pensano che l’articolo “sia da imputare solo ed esclusivamente ad un semplice abbaglio preso dalla V/s testata giornalistica, e non invece essere stato impostato con l’intento di esaltare qualcuno a discapito di qualche altro”.,
L’abbaglio l’avete preso voi che offendete l’intelligenza della gente. State costituendo una nuova maggioranza e la cosa per quanto strana per voi possa apparire è legittima. Non c’è la necessità di agire al buio e di nascosto. Favara ha bisogno della guida politica che non prescinde,, ed ecco che entriamo sul piano della deontologia, da una rapporto di chiarezza con la città.
Quella sera in Consiglio, non cito il nome dell’aula per il rispetto che porto ai due magistrati, si è consumata una brutta pagina di politica. Ricordo che Antonio Palumbo nel suo intervento si è spinto persino a chiedere lui scusa al sindaco. Ma c’era una accordo tra di voi. Avete trovato la soluzione astenendovi nella votazione e la stampa non deve parlare, ché deve raccontare solo quello che vi pare.
Da tutti, ma non da voi accetto lezioni di deontologia a ben guardare la vostra di consiglieri comunali affannati ad accumulare commissioni su commissioni, perfettamente inutili, per raggiungere il massimo di gettoni di presenza, quando il paese è nel disastro totale.
Oltre al diritto di replica, che io ho rispettato pubblicando integralmente la vostra nota, esiste la denuncia per diffamazione alla quale potete ricorrere, così come farò io nei vostri confronti se vi permetterete in futuro solo bisbigliare certe allusioni che appartengono a voi e non a me. Vergognatevi, se vi è rimasto un pò di pudore.
Sicilia ON Press. Tutti i diritti riservati. Testata giornalistica registrata al Tribunale di Agrigento al n. 314 del 10/01/2013. Direttore: Franco Pullara. Società editrice: SE.CO.FORM. S.R.L.
Sito creato da Salvo Vinciguerra Architetto.
6 commenti
https://www.siciliaonpress.com/10318/
Il giornalista non può e non deve scrivere solo il risultato della votazione: 8 si, 17 astenuti e 5 assenti, quello lo fa il segretario di seduta.
Il giornalista ha il dovere di scrivere come a quei numeri ci si è arrivati; quali sono stati i passaggi che hanno portato a quella determinazione; quali gli scontri, quali gli incontri e/o i compromessi che hanno determinato quelle risultanze e quelle posizioni, che molto spesso non è conseguenziale se non in contraddizione con quello che si era detto o affermato prima.
Accusare la stampa di aver fatto questo, che è il proprio dovere, è insensato.
Soprattutto quando gli accusatori, molto spesso, percorrono una strada prima all’andata e poi al ritorno; si fermano a metà; ne saltano una parte oppure procedendo a zig zag; a marcia indietro e a volte anche a tantoni (per usare eufemismi).
La mia non è una dichiarazione “per partito preso”, ovvero per difendere il collega e quindi la categoria.
Con il Direttore Franco Pullara o con l’editore Joseph Zambito, diverse volte, abbiamo avuto divergenze di opinioni e modi diversi di vedere le cose. Ma mai ho visto entrambi distorcere la notizia, modificarla, indirizzarla o usarla per scopi personali; per denigrare l’uno ed esaltare l’altro.
E’ il fatto, l’azione, la dichiarazione e quindi la NOTIZIA che è pro o contro, non il giornalista.
Ognuno è responsabile delle proprie azioni, sia esso giornalista, sindaco o consigliere comunale, e di questo deve prima rispondere alla sua coscienza e dopo (o comunque in contemporanea) ai propri (e)lettori. I cittadini o il popolo sovrano che dir si voglia, che oltre ad andare a dipingere lo spartitraffico o pulire il Parco dio Giufà ( cosa nobile buona e giusta), dovrebbero anche presenziare le sedi istituzionali, partecipare ai consigli comunali, e pretendere che ognuno faccia in fondo, con coscienza e per davvero, il proprio compito.
Grande Direttore, chi le scrive è un libero cittadino, orgoglioso di esserlo, fortunato di essere libero di pensarla liberamente, non condizionato dallo stesso pensiero politico di qualche “politicante del c……” (e qui a favara sono tantissimi che si credono generali senza stelle). Stento ancora a credere che tra i firmatari della lettera a lei indirizzata ci siano le firme dei consiglieri da lei citati, mi astengo a commentare quello che penso perché non lo ritengo corretto poiché sono dietro l’anonimato, mi complimento però della sua risposta.
A lei darò invece un’altra risposta, la stessa che disse Virgilio a Dante nel canto III dell’inferno, precisamente nel girone degli ignavi, dei vili…..
“Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa.”
Con l’occasione inviterei qualche (?) consigliere di sforzarsi a leggere la Divina Commedia, fonte di grandi valori di vita….
Continui così Direttore, la stragrande maggioranza delle persone la pensa come me, la saluto cordialmente.
Fare il giornalista a Favara è un compito ingrato. Seguire le mosse, gli inciuci e gli intrighi di palazzo dei nostri politici locali è un compito difficile. Un vero giornalista quando si accinge a scrivere un articolo di giornale non può solamente attenersi ai fatti cronologici nudi e crudi. Deve fare di più, sviscerando la notizia sotto tutti i punti di vista, allo scopo di dare informazioni precise ai lettori. Dunque il direttore Franco Pullara piaccia o no, non è il tipo di giornalista che si lascia commuovere da sterili comunicati stampa, anzi forse è stato ancora peggio. La realtà dei fatti conferma che il nostro consiglio comunale non è orgoglioso perchè si è lasciato mortificare con parole pesanti dal sindaco, e per giunta non ha nemmeno chiesto spiegazioni. Dunque lasciate alla stampa il sacrosanto diritto di far sapere ai sui lettori la verità sul vostro operato. Poi saranno i cittadini a valutare il vostro spessore politico non di certo Franco Pullara o Sicilia on press.
Anche a Favara la voglia “di tenere sotto scacco, di punire, di intimidire i giornalisti? Una voglia che – si dice, in questo periodo, in Italia è …. trasversale…. bipartisan…”. Personalmente non voglio pensarlo e quindi scrivo pensando che ognuno deve stare nel suo ruolo e fare il proprio dovere, sfuggendo alla deleteria cultura del sospetto su quello che gli altri dicono… A mio giudizio, nel caso in questione non si tratta quindi di schierarsi per l’uno, legato ad una deontologia che gli impone Anzitutto di non fare della sua penna “un turibolo” (per usare l’espressione tipica di un grande maestro del giornalismo) o per gli altri, …. che in quanto consiglieri comunali, chiamati dal popolo a ricoprire “ad tempus”, per delega popolare, un delicato ruolo di garanzia per la democrazia,…. che nel rispetto delle persone prevede la dialettica anche aspra delle opinioni…differenti e talvolta anche del tutto inconciliabili….
Bisogna riflettere di più…..riflettere e lasciarsi inquietare…disturbare ….per il bene comune !…..la diversità delle opinioni è l’essenza della democrazia,…. al di là del groviglio dei fatti…anche questi talvolta davvero a zig zag …… o proprio contraddittori rispetto allo stesso mandato popolare, per cui si è chiesta ed ottenuta dal popolo la fiducia….e che il popolo ha il diritto-dovere di valutare in itinere e poi ancora di più alla fine…
Una cosa sono i fatti… anche se a zig zag… che certo, specie se contraddittori non fanno onore…….un’altra cosa le interpretazioni e quindi le opinioni……
Se non si tollerano le opinioni, diverse……. dove va a finire, concretamente, la libertà ? dove la democrazia ?….
Ma è così difficile osservare che tutta la grande stampa nazionale,…… ogni giorno…. tutti i grandi giornali a tiratura nazionale e non solo….. oltre che pieni di fatti ….. sono soprattutto pieni, zeppi di opinioni…. anche completamente contrastanti … o mi sbaglio ?…..
Qualcuno ha scritto: “Non condivido le tue idee, ma lotterò perche tu possa esprimerle liberamente” ! ….
In democrazia, da parte di tutti, mettersi al servizio dei cittadini,…… è anche questo… o forse soprattutto questo !!!
Da questo dibattito Favara ne deve trarre vantaggio…perché sicuramente alcune idee alla fine risulteranno più chiare … e nel prosieguo si eviteranno sterili polemiche….Auguri !
Congratulazioni, per la risposta!
Sentir parlare di comportamento non deontologico da alcuni
consiglieri comunali, sopra menzionati.di peso,
che rappresentano la cultura favarese, m’ arrizzanu lu pilu,
ma arrivare ad accusare la stampa, ce ne vuole.
Sapendo a priori che tra questi consiglieri firmatari,
per vuci di populu, ci sono quelli che avevano rifiutato
i gettoni di presenza e poi a umma a umma, l’hanno ripreso,
( comportamento de svergognare)altri consiglieri imprenditori
che portano avanti i propri affari( comportamento deontologico)
altri che corrono ad elemosinare dal sindaco qualche mollica
di pane.( comportamento esemplare)
Pertanto, potrei continuare ancora e preferisco tagliare,
caro direttore a nome di tutta la, vuci di populu, nel
rinnovarti la mia stima, ti invitiamo ad andare avanti, imperterrito,
sapendo che fino a quando queste critiche saranno fatte
da un gruppo di persone che usano ,per vuci di populu, la politica
per il raggiungimento di fini personali, considerale senza importanza.
Come sempre, hai la massima solidarietà e immutata stima !
—————
Ma è una cosa vecchia, sapendoti tra i lettori più affezionati, davo per scontato che lo avessi già letto. Grazie per la solidarietà. Sai ci hanno provato, spinti dal buon Sasà, ma ci hanno rimesso le penne. Il fatto è che per vuci di populo, Favara non sa cosa sia il voto.
grazie ancora