Nella nuova avventura giornalistica che oggi segna il suo inizio avrà uno spazio centrale l’economia del territorio, il lavoro e il sindacato. Con il nostro taglio vi diremo quello che altri non vi dicono. Entreremo dentro la notizia che indaga i rapporti sociali ed economici non con l’attenzione riservata agli eventi di spettacolo, ma con il bisturi e la lente di ingrandimento.
Noi vi diremo che il recente accordo sulla produttività firmato da tutte le parti sociali trannela CGILpotrebbe non sortire effetti nel nostro territorio e non solo perché un grande sindacato, dissente giusto o sbagliato che sia. Quello è un aspetto che mina l’unità d’azione e che rende meno efficace e rispettato il sindacato, ma soprattutto perché il tessuto delle imprese nel nostro territorio è fatto probabilmente da aziende da 0 a 5 dipendenti dove non ci sarà il controllo delle rappresentanze sindacali sul raggiungimento degli obiettivi aziendali di produttività.
Vi diremo che non basterà la contrattazione territoriale di settore ad assicurare che i benefici economici della produttività ai lavoratori siano quelli dovuti, piuttosto che quelli concessi dal paternalismo del datore di lavoro.
Noi diremo ai lavoratori che già lo sanno, che non ci sono pasti gratis, che devono scegliere se gestire la produttività attraverso la partecipazione delle rappresentanze aziendali alla contrattazione o rifugiarsi nello sgradevole epiteto di venduti, per nascondere una ignavia, la sfiducia e qualche volta il servilismo che impedisce di essere rappresentativo al sindacato nei posti di lavoro.
Noi seguiremo le organizzazioni sindacali nei posti di lavoro e racconteremo il livello del dibattito che si svilupperà con i lavoratori.
Noi cercheremo di distinguere il negoziato dal consociativismo sociale, spiegheremo i ruoli e le funzioni. Esalteremo la rappresentatività delle rappresentanze sociali, senza preconcetti, aiuteremo e sosteremo così la crescita civile del territorio sgranandogli occhi sulle iniquità e disuguaglianze.
Noi vi diremo che le infrastrutture sono necessarie allo sviluppo e all’occupazione di questo territorio e che le loro assenza dipende dalla capacità dimostrata dalle classi dirigenti siano essi operatori economici che sociali, di immaginare un futuro del territorio facendo le scelte nell’interesse generale e non solo per favorire le carriere dei singoli.
Noi vi diremo tutto questo anche se qualche volta non sarà piacevole.