“Si sta chiedendo ai favaresi impoveriti come mai in questo momento di contribuire in modo spropositato per coprire il buco finanziario del Comune. Responsabile è l’attuale sindaco che da un lato ha mal celato la voragine dei debiti dell’Ente e dall’altro ne ha caricato la colpa ai sindaci che lo hanno preceduto nel governo della città”.
A dire ciò è Antonio Valenti, mentre noi pensiamo che Manganella, anche a volerlo, non avrebbe avuto il tempo di generare il danno di circa quindici milioni di euro di debiti.
“La colpa di Sasà Manganella – continua Valenti – sta nell’avere promesso ai cittadini di abbassare le tasse. A questo punto, due sono le cose, l’una è peggiore dell’altra. O Manganella non era a conoscenza della situazione finanziaria del Comune e in questo caso male ha fatto a promettere senza misurare l’esatto valore delle sue esternazione, risultando un politico poco affidabile o, peggio, conosceva lo stato dell’arte e per non perdere consensi ha promesso la Luna, risultando un politico poco corretto”.
L’una e l’altra ipotesi di Valenti non tengono conto delle recenti restrizioni della revisione della spesa pubblica voluta da Mario Monti. Come poteva Manganella prevedere i tagli ai residui attivi, l’Imu e la riduzione dei trasferimenti finanziari regionali ai Comuni?
“Non poteva prevederli – ci dice Antonio Valenti – ma nulla ha fatto per farsi trovare preparato alle novità. Quello che noi come cittadini paghiamo in termini di tasse è il danno prodotto dal sindaco per essere stato fermo dal momento del suo insediamento ad oggi. Paghiamo per il suo immobilismo. E il bello della storia è che si permette di sventolare lo spettro del dissesto per, quasi, metterci paura. Il suo ragionamento di base è: meglio io che vi aumento le tasse un pelo sotto il massimo che un commissario disposto a portarle immediatamente in vetta.
In realtà, tra qualche mese, quando nelle casse comunali non entreranno gli euro dell’Imu perché i favaresi non possono pagare per impossibilità economica a pagare, la vigilante Corte dei Conti non concederà tregua al Comune con il risultato che si riesce ad immaginare.
Anche nel prevedibile futuro, la responsabilità sarà di Sasà.
Si doveva fare altro e non è stato fatto. Si doveva fare pagare le tasse a tutti per pagare meno e non caricare sempre a quel cinquanta per cento di contribuenti virtuosi”.