“Girgenti acque mi ha assicurato ufficialmente che si farà carico della quota di sua competenza. Un passaggio importante, decisivo”.
Ad annunciare la novità è stato Eugenio D’Orsi, nelle vesti di presidente dell’Ato Idrico della Provincia di Agrigento, dopo un incontro avuto con i vertici della società che, nel territorio, si occupa della gestione del servizio.
La questione riguarda il progetto che prevede la realizzazione di nuove condotte idriche in 15 comuni dell’agrigentino, compreso quella della città capoluogo, a cui è stata assegnata, dal punto di vista finanziario, la fetta più consistente: la somma si aggira sui 26 milioni di euro.
Lo stanziamento complessivo è di quasi 65 milioni di euro, concesso con decreto dalla Regione da erogare attraverso un programma finanziato da fondi europei.
E siamo al nodo. “Il nodo – spiega D’Orsi – è rappresentato dal fatto che l’intervento è subordinato alla disponibilità economica del soggetto privato, chiamato ad una coopartecipazione dei costi nella misura del 30% dell’intero importo.
Ne consegue che senza questa manifestazione di volontà espressa da Gigenti Acque – osserva il Presidente – tutto sarebbe stato vano. Il nodo dunque è stato sciolto positivamente. E’ chiaro però che dalle parole bisognerà passare ai fatti.
Mi è stato assicurato, nel corso della riunione da me convocata, alla presenza dei dirigenti della Provincia, che da qui a breve il soggetto privato avvierà le procedure idonee per offrire le opportune garanzie finanziarie che la vicenda impone.
Noi, dal canto nostro, solleciteremo Rosario Crocetta, nuovo presidente della Regione, assieme all’Assessore al ramo, ad accelerare l’iter, frenato, in queste settimane, a causa del vuoto legato alle elezioni. Serve infatti – evidenzia D’Orsi – che si costituisca e si metta al lavoro una speciale Commissione dell’Ars, che si occupa di lavori pubblici con importo superiore ai 10 milioni di euro. Noi la nostra parte la faremo fino in fondo e con celerità. Perchè – conclude il Presidente – avviare questi lavori significherebbe sistemare le codotte idriche, molte delle quali colabrodo, ma anche mettere in movimento, in una fase di grave crisi, economia ed occupazione”.
1 commento
Belle parole, ma il vero problema sta a monte… Un referendum ha Posto un divieto sulla privatizzazione dell’acqua e quindi la vera domanda a cui mi piacerebbe seguisse una risposta è, ma perché gestiscono ancora la cosa pubblica e soprattutto, perché non esiste una delibera dove si sancisce l’accordo tra comune e Girgenti acque?