Vertenza rifiuti ad Agrigento e negli altri 18 Comuni consorziati all’Ato Gesa Ag 2. Forse ad una svolta positiva. La fumata bianca al termine di un lungo e serrato vertice nella sede della zona industriale. Presenti sindaci, imprese, Teresa Restivo, liquidatore dell’ambito territoriale, e Maurizio Norrito, commissario per l’emergenza rifiuti in Sicilia. L’importante novità ruota attorno alla volontà delle ditte di rinunciare agli annunciati licenziamenti dei 400 netturbini. In buona sostanza l’Ati torna sui propri passi: niente rescissione del contratto d’appalto. “Quindi il servizio non si fermerà. Un traguardo significativo”. Ad assicurarlo, con soddisfazione, è Teresa Restivo. Quasi una sorta di liberazione, un sospiro di sollievo collettivo che arriva proprio alla vigilia di un’altra, nuova, ennesima emergenza annunciata, che avrebbe assunto connotati gravi. Forse senza precedenti. Perché, oltre a quella igienico – sanitaria, legata alla spazzatura non rimossa, si sarebbe abbattuta un’ allarmante tegola sociale: 400 lavoratori, tutti padri di famiglia, tra qualche giorno si sarebbero trovati senza lavoro. L’accordo raggiunto passa dall’impegno di Maurizio Norrito di liquidare subito il mese di gestione emergenziale, ma anche dall’impegno degli amministratori comunali di fare un ulteriore sforzo, attingendo dai loro magrissimi bilanci, per assicurare il pagamento della tredicesima ai lavoratori, e soprattutto dall’assunzione di responsabilità da parte dei sindaci dei 19 comuni consorziati di aderire alla circolare che consentirà loro di accedere ad un prestito della Regione per ripianare il debito nei confronti dell’Ato. Ogni Comune dovrà deliberare il provvedimento in Consiglio. E sarà proprio questo passaggio, imposto dalla Regione e comunque sposato dalle amministrazioni, che ha di fatto sbloccato la vertenza. Che ha indotto le imprese a non andare avanti nei loro propositi. A restare, in altre parole, al loro posto di servizio. Adesso, per il recupero del credito, circa 8 milioni di euro, le ditte si sentono più sicure. Le garanzie tornano ad essere reali, le toccano quasi con mano. Certo, dalle parole bisognerà passare ai fatti. E’ il primo segnale concreto dovrebbe arrivare da Aula Sollano, nella seduta del 10 dicembre.”Con l’Ato in liquidazione, le Srr ancora in embrione, le aziende temevano per il futuro. Oggi, alla luce di queste soluzioni, il quadro cambia. Noi ci accolleremo un debito – spiega il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto – che ammonta a 13 milioni di euro che restituiremo in venti annualità”.
2 commenti
E quale sarebbe la svolta? Il mutuo servirà solo a mantenere in vita un sistema che si fonda irrimediabilmente sul sistema delle emergenze!
E in questi vent’anni quanti interessi dovremmo pagare, quanti aumenti di tarsu avremmo? La colpa è stata di chi ha redatto la costituzione italoana, che non ha previsto pene per i politici che non sanno amministrare