Jingle bells, jingle bells, jingle all the way… è il ritornello della famosa canzoncina natalizia che ogni anno a dicembre risuona e rallegra le vie e le piazza dei nostri paesi e delle nostre città: luci, addobbi, stelle di Natale ad ornare e rallegrare i centri cittadini vestiti a festa, negozi addobbati e colmi di gente che sceglievano i regali da donare alle famiglie, agli amici ed alle persone care.
E’ ancora così?
Al posto del tradizionale ritornello natalizio dalla bocca delle persone che si incontrano per strada od in qualunque luogo pubblico, nelle case e un po’ dappertutto, si sente un altro ritornello: IMU, mutui, bollette della spazzatura e dell’acqua. E naturalmente rinuncia ai regali e a tutte quelle piccole concessioni, come un televisore, un frigo nuovo o, in qualche caso, una piccola vacanza o un bel cenone natalizio, che una famiglia media si poteva permettere grazie alla famosa tredicesima.
Quest’anno la tredicesima servirà solo a pagare “doverosamente” i tributi che lo Stato esige ed a coprire le spese che le famiglie devono obbligatoriamente sostenere.
I negozi sono e continuano a rimanere vuoti, la gente al massimo da un’occhiata veloce alle vetrine che peraltro riflettono il clima pesante che la crisi ha portato: pochi addobbi, poche luci e soprattutto pochi anzi pochissimi acquirenti.
Qualcuno aspetta l’imminente arrivo dei saldi per comprare ciò che necessita alla famigli o alla casa ma nessuno spazio è lasciato alle frivolezze o al superfluo.
Di regali natalizi neanche a parlarne, i centri commerciali restano vuoti e l’aria che si respira all’interno non ha nulla di festoso, al contrario si incontrano facce tristi e desolate.
Dovunque la musica è dappertutto uguale: niente regali questo Natale; si lascia un po’ di spazio solo ai bambini, esentati dai gravami di questo brutto periodo ma anche qui senza esagerazioni. Anche l’aspetto delle città risente delle ristrettezze che ormai da tempo ci accompagnano: dappertutto si ritrovano le stesse sensazioni, Agrigento, Favara, Canicattì, solo per indicare i centri più importanti del nostro territorio dove normalmente la gente si dirige per i suoi acquisti.
Le casse dei comuni sono ormai vuote e pochissime amministrazioni hanno optato per più di qualche albero o di qualche lucina, poco spazio o nessuno alla musica e all’allegria, si prova, a costo di acrobazie, a reperire nei bilanci qualche sparuta rimanenza per assicurare almeno il permanere delle tradizioni come le novene.
Le finanze comunali pesantemente colpite, o meglio decimate, dai tagli ai trasferimenti di Stato e Regione non sono in alcun modo migliorate malgrado si sia dovuto far ricorso a misure dure e impopolari come gli aumenti delle tasse sugli immobili ed anche in questo caso le amministrazioni non si sono potute permettere di sfoggiare luminarie e decorazioni per abbellire strade e quartieri.
Anche perché non c’è l’umore adatto, perché la popolazione soffre, afflitta dalla mancanza di lavoro e di prospettive, perché non si è più in grado di garantire quei piccoli aiuti che permettevano alle famiglie di andare avanti.
Avevamo preso, già nei mesi passati, coscienza di quanto la situazione economica fosse difficile e di quanto fossero peggiorate le condizioni di vita delle famiglie che vivevano con sostentamenti incerti: in questo periodo, ancora di più se è possibile, risalta la precarietà delle condizioni di vita dei soggetti più deboli come famiglie numerose ed anziani pensionati. Non c’è da aspettarsi alcun regalo da Babbo Natale, un doveroso ringraziamento però va a chi, nel tempo, ha permesso tutto ciò. We wish you a merry Christma.
5 commenti
complimenti per l’articolo vero e sincero che in poco e senza offendere nessuno come è solito fare dei giornalisti che pur di fare successo scrivono a discapito di altri a descritto tutto ovvero la situazione papale papale che noi tutti viviamo in provincia
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