Al Comune di Agrigento il piano di rientro del debito nei confronti dell’Ato Gesa AG 2 è stato approvato e depositato in archivio. Non le polemiche e le reazioni. Torna a mettere i puntini sulle i, in maniera dettagliata, il capogruppo di Grande Sud di aula Sollano, Alessandro Patti. Il suo gruppo è stato l’unico ad astenersi.
“Intendo ribadire i dubbi e le perplessità – spiega – che ci hanno condotto all’astensione.
Il nostro timore è che quel piano di rientro, piuttosto che una “grande opportunità”, si riveli soltanto un colpo di spugna ed una sorta di amnistia, all’insegna del “chi ha avuto, ha avuto; chi ha dato, ha dato e scurdammece ‘o passato”!
Mi preme innanzitutto rimarcare che il merito della repentina e drastica riduzione dagli originari € 24.013.861,81 ai finali € 10.290.000 della somma di cui chiedere l’anticipazione, va attribuito al Presidente del Consiglio Comunale Aurelio Trupia ed al sottoscritto, i quali hanno manifestato i propri forti dubbi e perplessità al Dirigente dei Servizi Finanziari prima ed al Sindaco dopo, ottenendo quella sensibile rivisitazione.
Rimane il triste dato politico secondo il quale, in assenza di quel decisivo ed energico intervento e quand’anche si fosse votato un piano di rientro per 24 milioni di Euro, si sarebbe ugualmente parlato di “grande opportunità per la Città”!
A conferma della generale e mai diradata nebulosità dell’intera vicenda, disarmante è stata la candida ammissione del Commissario Liquidatore dell’Ato Gesa intorno all’indeterminatezza dell’esatto ammontare del nostro debito nei confronti dell’Ato.
Certo, è pur vero che buona parte di tale debito è stato causato dai tanti concittadini che, nel corso degli anni, non hanno pagato il dovuto. Ma, oggi più che mai, la politica deve egualmente chiedersi dove fossero i vari presidenti, consiglieri d’amministrazione dell’Ato Gesa (costati ai contribuenti circa 1,5 milioni di Euro) nonchè i sindaci dei comuni interessati, mentre ciò accadeva. Quanto al Sindaco di Agrigento, la risposta all’interrogativo è già stata fornita dalla Sezione di Controllo della Corte dei Conti la quale, dopo aver ricordato che il nostro Comune è l’Ente capofila nonché il maggiore azionista dell’Ato Gesa, rimarca che l’art. 7 della Convenzione recita testualmente: “il sindaco esercita il controllo ritenuto opportuno sull’attività della Gesa”.
La Corte dei Conti conclude sentenziando che l’amministrazione agrigentina “non risulta aver mai attivato alcuna forma di monitoraggio sull’andamento gestionale della società, sul bilancio, sul business plan, sugli assetti organizzativi, amministrativi e contabili, sulle politiche del personale (costato complessivamente 10 milioni di Euro,ndr) e sugli incarichi esterni (solo tra il 2008 ed il 2010, spesi 500.000 Euro), sull’esposizione debitoria e/o sui piani di risanamento, sull’analisi dei crediti e provvedimenti per la loro esazione, sull’analisi del contenzioso, etc.”.
Dopo anni di lassismo, indifferenza, negligenze e torpore, sapranno adesso ed improvvisamente, gli organi deputati, avviare una seria ed efficace caccia agli evasori, o ci si cullerà sull’anticipazione graziosamente offerta dalla Regione Siciliana?
Insomma, quel piano di rientro rischia di risolversi in una vera e propria amnistia da una parte e nell’ennesima micidiale mazzata allo sviluppo, alla pianificazione dell’idea di città futura, all’erogazione di servizi nei dieci anni a venire dall’altra.
In tempi di austerità e di enormi sacrifici imposti ai cittadini, la politica ha il dovere di essere intransigente, innanzitutto con se stessa e capace di risparmiarsi la peggiore sconfitta possibile, costituita dal farsi ancora una volta anticipare dalla magistratura, penale o contabile che sia.
Di fronte a tali insormontabili dubbi, non abbiamo potuto far altro che astenerci. E poiché l’Amministrazione ed il Consiglio Comunale hanno ritenuto di snobbare tali nostre preoccupazioni, bollandole quali sterili, fuorvianti e demagogiche polemiche, non ci rimane che confidare nel Presidente della Regione e nel neo Assessore Marino affinchè vigilino sulle procedure di liquidazione degli Ato e sulle sorti delle somme oggi anticipate al Comune”.