Manovre in corso, cantiere aperto. La campagna elettorale per le Politiche è di fatto cominciata. Una partita fra partiti e all’interno dei partiti. I cittadini continuano a restare fuori dai giochi. Prima, ma anche dopo il voto.
Il territorio agrigentino dispone oggi di un plotone niente male: schierato a Roma, nella politica che conta. Già che conta. Ma dove? E a favore di chi. Forse difetta il peso. Perché la presenza c’è, la stoffa anche, la qualità pure. Ma i parlamentari, per volontà o per necessità, finiscono per contare poco o nulla quando si tratta di battere i pugni per scelte importanti a favore del proprio territorio, del popolo sovrano. Pardon, del popolo suddito. Si perchè i cittadini, con l’attuale legge elettorale, il Porcellum, diventano solo e soltanto spettatori, anche se paganti. Eccome. Costretti a subire.
Eppure ci illudiamo di essere in uno Stato di diritto. Illusionismo della politica: tante parole, tante le promesse di modificare la legge, tutto fumo insomma. Alla fine, tra qualche mese, per la scelta dei deputati e dei senatori della Repubblica si andrà alle urne con la stessa formula di oggi, che espropria l’elettore della sua efficace arma democratica: la preferenza. Ed è proprio questa grave anomalia che spinge i designati a Montecitorio e Palazzo Madama, perchè di questo si tratta, a dare conto e ragione ai vertici dei partiti, da cui dipendono, e non agli elettori. Ecco allora trovata la chiave di lettura di una rappresentanza in Parlamento quasi impalpabile.
Per la verità, onore al merito, c’è chi si sta muovendo per riattivare la partecipazione democratica. Strumenti che sanno di surrogato, ma va bene lo stesso. Protagonista il partito democratico: prima le Primarie di coalizione assieme a Sel, che hanno incoronato Bersani candidato premier per il centro sinistra, ora le primarie per la scelta dei parlamentari. Dunque stop alle poltrone blindate: così i veterani Angelo Capodicasa e Benedetto Adragna il posto se lo dovranno sudare, dovranno rimettersi in discussione, tornare a chiedere il voto.
Protagonista anche il Movimento Cinque Stelle: la democrazia per i grillini corre sul web. E dalle Primarie alle Solitarie del Pdl. Il partito di Berlusconi le Primarie le aveva annunciate. Troppo rischiose avranno pensato a bocce ferme i big. Si è tornato all’antica. C’è di nuovo il Cavaliere che, democraticamente. ha deciso di essere lui il candidato Premier, se dovesse dare esito negativo il pressing, reale o strategico si vedrà, su Mario Monti, ora corteggiato, ma ieri dimissionato proprio dal Pdl. Il mistero della politica.
Quattro gli agrigentini del Popolo della Libertà che siedono a Montecitorio: Angelino Alfano, che è anche segretario nazionale del partito, Vincenzo Fontana, dirottato a fine ottobre a Palermo essendosi guadagnato sul campo, ora sì, lo scranno a sala d’Ercole, il saccense Giuseppe Marinello e l’aragonese Pippo Scalia, bocciato alle elezioni regionali. La giostra è aperta: chi salirà sulle sedie utili per decollare verso Roma? La rosa dei pretendenti si allarga: Ci sarebbe anche Riccardo Gallo, del patto per il territorio, al quale è stata promessa l’elezione a Roma, poi Giancarlo Granata, candidato alle regionali, che potrebbe presentare il conto. E Nino Bosco? Per non parlare di Salvatore Iacolino. Vedremo.
E passiamo in rassegna gli altri uscenti. Ignazio Messina di Sciacca, per Italia dei valori, il saccense Calogero Mannino, tornato nella Capitale con l’Udc, e il riberese Giuseppe Ruvolo ora Pid – Cantiere Popolare. Per alcuni di loro è probabile che il ritorno sia scontato. Ovviamente senza sudare. Tanto decidono i partiti. Faceva parte del plotone iniziale il raffadalese Totò Cuffaro, congedato in anticipo per le note vicende giudiziarie.
2 commenti
Adragna, Capodicasa… facciamo pulizia! In Parlamento e Senato devono sedere gente che rappresenta gli elettori!
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