“Non so quale sarà il mio futuro politico. E’ probabile che finisca anche qui. Ma la scelta dovevo farla”. Benedetto Adragna parla della sua nuova esperienza, del suo ennesimo cambio di percorso. “Ma sempre all’insegna della coerenza” – si affretta a sottolineare. Un percorso, che indicato dai vertici nazionali della Cisl, sindacato di suo riferimento, condurrà il senatore agrigentino nell’area di sosta dei moderati, “spianata” dal professore Monti.
“Non ho alcun posto assicurato a Palazzo Madama, nessuna poltrona blindata – osserva ancora Adragna – è un progetto che si plasma sui contenuti, ospitati all’interno dell’ormai famosa Agenda, e non sui ruoli. Io credo fortemente nella politica di Monti, nella sua autorevolezza e nella sua capacità di realizzare gli obiettivi prefissati”.
Adragna, dunque, cambia pagina. Ma non rinnega quelle che si lascia alle spalle. Ed è proprio una delle ultime, scritte dall’ormai ex partito, che sarebbe alla base della sua scelta di lasciare il Pd. “Io sono un centrista, un moderato, un cattolico – spiega – e la mia posizione risulta inconciliabile con quella assunta da Vendola su tanti temi. E poi lui e il suo Sel, con cui il partito democratico si è alleato in vista delle prossime Politiche, sono antieuropeisti e contro l’Agenda Monti. Per cui alla fine ha prevalso la coerenza e così ho deciso, a conclusione di legislatura, di abbandonare il Pd”.
Per la verità oggi si è consumato solo l’atto finale: ha staccato la spina, ma la sua presenza all’interno del Pd agrigentino era andata in corto circuito da parecchio tempo. Basti pensare che la sua componente era assente nella direzione provinciale, alle Amministrative di Agrigento, lui, invece del candidato ufficiale, Mariella Lo Bello, aveva sostenuto Marco Zambuto, piazzando in giunta uno dei suoi fedelissimi, Piero Luparello, diventato vice sindaco. Ed ancora, alla Provincia regionale non aveva suoi uomini nella squadra di D’Orsi, alle Regionali la sua area aveva indirizzato l’appoggio verso Giovanni Panepinto. Come dire era un divorziato in casa.
“E’ indubbio che la mia posizione, ma anche quella di Panepinto, era di opposizione all’interno del partito – ammette Adragna – non c’era sintonia, mi pare chiaro. Ma vi posso assicurare che non state queste diatribe a farmi andare via. Così come la mia scelta non è scaturita dalle Primarie. Anzi, se proprio la devo dire tutta, forse avrei avuto più garanzie nel Pd che non in questa nuova avventura che ho appena convintamente sposato” – conclude Benedetto Adragna.
1 commento
Effettivamente chi meglio di lei rappresenta la coerenza! Ha guadagnato milioni senza fare NULLA per questa terra e con lo stesso spirito continuerà a farlo.