L’esperienza del governo Monti ha segnato in maniera pesante, quasi cruenta, la vita di noi italiani. Il professore era stato chiamato dal Presidente Napolitano nel novembre 2011 per evitare una fine traumatica della legislatura in un momento, si disse allora, di pericoloso collasso per il nostro tessuto socio-economico, oltre che politico. Dopo oltre 3 anni, il governo Berlusconi si venne a trovare nel mezzo di un tiro incrociato proveniente in massima parte dai potentati economici europei, la Germania in prima fila.
Lo strappo di Fini e la conseguente nascita della meteora Futuro e Libertà, avevano ridotto al lumicino la maggioranza parlamentare. L’abbandono del Sud al proprio destino, favorito dall’allora superministro Tremonti in favore dell’opulento Nord fu, a nostro parere, la classica goccia che fece traboccare il vaso della storica dicotomia politica da sempre esistente nella storia unitaria italiana.
Naturale tornare alle urne. Del resto Berlusconi non fu mai sfiduciato dal Parlamento. Ma il decisionismo del ribattezzato “Re Giorgio” aveva un piano ben definito con annessi e connessi. Cominciò a circolare sin da subito il nome di Mario Monti, sino ad allora conosciuto ai più come un abile commissario europeo ma che in fondo nascondeva amicizie e appartenenze internazionali, tra cui il segreto Gruppo Bilderberg e la Commissione Trilaterale che di fatto lo hanno reso potente e rappresentante di un esiguo numero di potenti che decidono con la potenza del denaro il futuro dell’Umanità.
E così il Presidente gli costruì attorno una blindatura dorata. Senatore a vita, Premier plenipotenziario e prossimo Presidente della Repubblica in pectore. Il PD di Bersani ha esultato per la caduta del “festaiolo” Berlusca, Casini esultò per il divino miracolo: gli italiani finalmente si erano liberati del bunga bunga. Poco prima la Kaiser tedesca Angela Merkel aveva rilasciato una dichiarazione, in risposta al governo italiano che aveva avanzato forti dubbi sull’efficienza della moneta unica: “Se cade l’euro non possono essere garantiti altri 50 anni di pace in Europa”. E sulla stessa scia fu impedito lo svolgimento del referendum popolare in Grecia sulla permanenza o meno nella zona euro. Ah… la Germania!
Dopo 10 anni si scopre che le nazioni deboli, o presunte tali, del vecchio continente sono costrette a cedere una grossa fetta della loro sovranità ad una pseudo Europa unita trainata dal binomio Francia-Germania a causa del loro eccessivo debito pubblico, frutto anche di speculazioni internazionali e di pressioni del FMI e della BCE che agli ordini di un altro illustre italiano, Mario Draghi, si è decisa a distribuire centinaia di miliardi di euro non alle economie nazionali, ma ai simboli del potere economico rappresentati dalle banche. E fu così che Mario Monti presentò un esecutivo tecnico formato da banchieri e bocconiani.
Ci aspettavamo un cambiamento radicale, uno schiaffo ai partiti dimostratisi inefficienti, un fisco finalmente equo (vedi art. 53 Costituzione), stop alle spese insensate della politica, blocco allo sperpero del denaro pubblico, dimezzamento dei parlamentari, eliminazione delle province, stipendi e pensioni d’oro. Niente di tutto questo: troppo tempo. Meglio andare sul sicuro. I soldi, da che mondo è mondo, si fanno togliendoli ai poveri, ai pensionati, ai dipendenti. Roba che avrebbe risolto anche il più scarso dei ragionieri (con tutto il rispetto).
E poi la ciliegina sulla torta: le pensioni. Il Buon Dio ci ha concesso una vita media più lunga? Ha sbagliato. Eccoti rifilati altri 8/10 anni di lavoro in più. Ma chi se lo prende un operaio di 60 anni che perde il lavoro? Ve lo immaginate un sessantenne appiccicato al sesto piano di un palazzo in costruzione? O un povero Cristo che a 63 anni lavora in fonderia? E poi ancora il falso problema dell’articolo 18 di quello Statuto dei Lavoratori conquistato col sangue dai nostri padri? Spazzato via anche quello, la classe operaia è destinata a non andare in paradiso, facciamolo un regalino ai vari Marchionne & Co. La Fornero ci ha fatto vedere in anticipo le lacrime che versano e verseranno gli italiani.
Monti ha fatto ciò che i partiti non hanno voluto fare per timore di perdere voti? Nulla di più falso. Il rigore va applicato sui tagli agli sprechi e le risorse vanno destinate allo sviluppo. Ma a perdere la faccia, paradossalmente non è stato Berlusconi, bensì i partiti di sinistra, gli ex alfieri dei lavoratori, indegni allievi di gente come De Gasperi, Nenni, Pertini, Berlinguer, Moro e oserei dire anche “l’ultimo Almirante”.
C’è gente che siede in Parlamento da 20/30 anni, Fuori dai gabbasisi, direbbe il nostro Camilleri, porte aperte alle forze fresche e sane della società. Ai cittadini non interessano i saltimbanchi. Cosa c’importa se il senatore Adragna ha formato un “soggetto politico” di quattro persone con l’ampolloso titolo di “Popolari per Monti”?. Già, dimenticavamo il Porcellum…
Monti non è nulla di tutto ciò. I partiti, pentiti, piagnoni, hanno raccomandato al Presidente Napolitano che il prof si mantenesse alla larga dalla campagna elettorale. Troppa macelleria sociale. La parola deve tornare alla Politica, ecc. ecc. Ma il mite bocconiano ci ha preso gusto, il potere rilassa, quando lo si perde ci si logora (benedetto Andreotti!). Spinto dagli antitaliani e dai capi dei partitini che temono seriamente una sonora trombatura, a causa del nuovo che avanza (leggi Grillo), ha detto si come l’uomo del monte. A patto che tutti costoro si mettano a cuccia e riservandosi l’ultima parola.
2 commenti
Comandare è meglio di ……………….
L’autore ha espresso esattamente il mio pensiero. Complimenti!