Organo giudicante: su 28 caselle disponibili 9 sono già vuote, mentre 5 sono in procinto di liberarsi.
Organo inquirente: sue 13 caselle disponibili 2 sono vuote, 1 inutilizzabile, mentre 2 si libereranno quanto prima. Questo il mosaico che si presenta oggi al Tribunale di Agrigento. Il quadro è stato delineato oggi nell’aula Livatino nel corso di un incontro organizzato dall’Ordine Provinciale degli Avvocati che ha lanciato l’allarme.
“Qui si rischia la paralisi seriamente – ha tuonato il presidente, Nino Gaziano – soprattutto per quanto riguarda il civile e i contenziosi legati al lavoro. Abbiamo già chiesto un momento di confronto con i vertici del Csm e del Ministero della Giustizia, i quali – osserva ancora Gaziano – ci hanno assicurato la disponibilità subito dopo le festività natalizie. Certamente non resteremo con le mani in mano”.
Nel corso dei lavori, oltre ad essere rilevata l’emergenza, sono state proposte soluzioni compatibili con la esiguità delle risorse nella disponibilità dello Stato. Ad avanzarla è stato il presidente del Tribunale, Giovanni D’Angelo.
“Penso ad esempio – ha affermato – visto che non ci sono i soldi per stimolare l’arrivo ad Agrigento di nuovi operatori della giustizia, a incentivazioni di natura diversa. Come ad un doppio punteggio per chi sceglie il presidio di via Mazzini. Fermo restando che se non viene classificato disagiato quello nostro, non capisco quali altri tribunali possano ottenere questa denominazione. E poi, perché no, – ha evidenziato D’Angelo – basterebbe stabilire che il trasferimento in altra sede avvenga in concomitanza con l’arrivo del sostituto”.
“Nessun tribunale d’Italia è come quello di Agrigento”. Ha esordito il procuratore della repubblica Renato Di Natale. “Mi riferisco al fatto – ha spiegato – che qui noi abbiamo un carico di lavoro che altri non hanno. E non è di poco conto. L’immigrazione, con tutte le sue sfaccettature, è un fenomeno che ci impegna parecchio. Noi comunque continueremo a lavorare sodo per garantire, nei limiti del possibile, il servizio alla gente, al territorio”.
Presenti all’incontro sindaci, amministratori provinciali, parlamentari, organizzazioni sindacali, confindustria e l’arcivescovo, monsignor Montenegro. Ciascuno, per le il ruolo che svolge, ha assicurato il proprio impegno per portare avanti la battaglia. Una battaglia per garantire la giustizia.
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