Gli inquilini di aula Sollano in fibrillazione. Sale la tensione: tutti o quasi col fiato sospeso per capire le mosse che farà, da qui a qualche ora, il sindaco di Agrigento, ad un passo dalla candidatura alle Politiche nelle file dell’Udc, il suo partito. Se Marco Zambuto riceverà da Casini e D’Alia, rispettivamente leader nazionale e regionale dello scudocrociato, ampie garanzie di occupare un posto utile per raggiungere Montecitorio, nella giornata lunedì dovrà rassegnare le dimissioni dalla guida di Palazzo dei Giganti.
Certo una scelta per lui difficile, complessa, delicata. Sarà combattuto. Inevitabile il conflitto interiore che lo attraversa in queste ore: da un lato la spinta dettata dall’umana ambizione della carriera politica, dall’altro il peso dell’impegno morale ed elettorale assunto con gli agrigentini che lo hanno rieletto sindaco. Se opterà per il ruolo di parlamentare, cosà dirà alla città, come giustificherà la sua decisione di ammainare bandiera specie in un momento di grave crisi economica: il Comune è li, a pochi centimetri dal baratro, dal dissesto. C’è già chi lo accosta a Schettino. Perché, dicono, chi ha le leve del comando quando la nave rischia di affondare non può e non deve fuggire per primo. Nel caso concreto, la città resterebbe in balia delle onde, e lui, Marco Zambuto, troverebbe un riparo niente male: comodo, confortevole, di prestigio. Un rifugio a cinque stelle a Palazzo di Montecitorio.
Ma c’è pure da tenere conto il rovescio delle medaglia, cioè siamo poi così sicuri che gli agrigentini, dopo la fresca mazzata Imu e Irpef, aliquote al massimo, siano ancora folgorati da Marco Zambuto? Forse anche lui sarà consapevole che il feeling con la gente non sia più quello di sette mesi fa, tant’è che si sarà detto: questo treno, con il posto in prima fila assicurato, che porta a Roma non passerà più. Non posso perderlo. Vedremo, solo un pizzico ancora di pazienza e le carte si scopriranno.
Se la fumata sarà bianca, Agrigento tornerà alle urne per le Amministrative. Da qui i musi lunghi e i volti tirati dei consiglieri, costretti a fare, loro malgrado, le valigie. E c’è già chi le starebbe preparando invece per lasciare la giunta. Michele Mallia, ex patto per il territorio, avrebbe deciso di abbandonare l’amministrazione. In aula ha fatto sodalizio con Gerlando Gibilaro, ex capogruppo di Grande Sud. Assieme hanno appena ufficializzato la costituzione di un nuovo gruppo.