La bara si trova ora al cimitero. Ma non è stata ancora tumulata per volontà della famiglia. I fratelli Cuffaro, Silvio e Peppe, aspettano Totò prima di dare l'ultima dimora al papà, Raffaele, stimato insegnante, morto all'età di 85 anni dopo una lunga malattia. I funerali sono stati celebrati ieri pomeriggio in una Chiesa Madre gremita di gente comune ma anche di amministratori, parlamentari, uomini delle istituzioni, imprenditori. Assente alle esequie, l'autorizzazione per raggiungere Raffadali dal carcere romani di Rebibbia, dove si trova, non è arrivata puntuale, l'ex governatore della Sicilia era atteso in paese per stamattina. Ma niente da fare.
L'ok del giudice di sorveglianza c'è, fanno sapere i familiari, il rinvio è dettato dal fatto che il dipartimento dell'amministrazione giudiziaria dovrà organizzare materialmente il trasferimento. Domani o dopodomani al massimo, comunque, Totò Cuffaro, grazie ad un altro permesso speciale, tornerà a Raffadali per la seconda volta da quando si trova in carcere. La prima volta, lo scorso 8 ottobre, proprio per riabbracciare il padre, gravemente malato, ora per vederlo dentro la bara, morto.
Ai funerali non ha partecipato fisicamente, ma l'ex senatore c'era, eccome, con il cuore e con la mente. Cuore e mente che si sono materializzati attraverso una lettera che il 3 dicembre scorso Totò, forse prevedendo quello che sarebbe accaduto, ha inviato al fratello Silvio. Lettera dedicata al padre, da leggere al momento del rito funebre. Diversi i passaggi toccanti, commoventi.