L’attenzione verso il progetto dello spazio urbano è sempre più presente nei nuovi piani regolatori (nell’apparato normativo come nella definizione degli strumenti di attuazione diretta e indiretta), nei “programmi complessi” in tutte le loro declinazioni e in diversi piani di settore (dai piani del colore, a quelli del verde, dell’arredo urbano, ecc.), che spesso anticipano o specificano azioni e strategie previste dallo strumento urbanistico generale.
L’integrazione tra costruito e non costruito è diventata un obiettivo prioritario dell’urbanistica degli ultimi anni, tutta rivolta alla riqualificazione più che all’espansione delle città.
E l’intervento sullo spazio urbano costituisce, per molti versi, il campo d’azione privilegiato dell’incontro/scontro tra piano e progetto.
In particolare, la consapevolezza che il controllo sulla qualità dello spazio urbano passa anche attraverso il controllo sulla qualità del costruito costituisce il presupposto di base dei numerosi piani del colore di cui, specie negli ultimi anni, si sono dotate altrettante città italiane, tra cui Siena, Prato, Bologna, Forlì, Roma e altre ancora.
Sulla scia di tali esperienze l’ing. Salvatore Lauricella, Presidente di Confedilizia della provincia di Agrigento, ritiene che debba essere affidato l’incarico di redigere il piano del colore per la riqualificazione della città di Agrigento e soprattutto del suo centro storico. (Considerato che il Piano particolareggiato è stato già approvato).
La scarsa educazione alla manutenzione e l’assenza di regole cui riferirsi sono state le principali cause del degrado in cui versano le facciate degli immobili, producendo anche su facciate di pregio un effetto patchwork, per cui è possibile contare, a volte, tanti tipi di rivestimento quanti sono i proprietari dell’immobile.
Con il piano del colore, secondo Lauricella, si potrebbe compiere un primo passo verso la riqualificazione edilizia, urbanistica e ambientale, attraverso uno strumento che aspira a essere concreto riferimento operativo per i futuri interventi sulle facciate, i quali potrebbero usufruire delle eventuali agevolazioni proposte dal Comune solo se conformi alle direttive espresse dal Piano.
La strategia del Comune di Agrigento, a parere di Salvatore Lauricella, dovrebbe essere quella di procedere attraverso la redazione di progetti puntuali e piani settoriali, i quali, non avulsi dalle scelte strutturali degli strumenti urbanistici generali e attuativi, ma in tempi relativamente più brevi, integrino e specifichino tali scelte.
Nel caso del piano del colore, un elemento di maggiore fattibilità consiste nell’affidare gli interventi all’iniziativa privata (i promotori degli interventi dovrebbero essere i proprietari, singoli o riuniti in comparti), supportata da quella pubblica (il Comune potrebbe incentivare gli interventi con facilitazioni fiscali e creditizie), resi appetibili da costi abbastanza contenuti, che garantiscono un risultato “visibile”.
Un ulteriore incentivo potrebbe essere quello di evitare di imporre un sistema troppo complesso di norme e vincoli, e pensando piuttosto ad attivare i processi di riqualificazione attraverso un corpus normativo ricco di suggerimenti pratici, espressi in forma semplice, comprensibile a tutti.
Per l’Ing. Salvatore Lauricella l’educazione dei cittadini (non solo dei tecnici) alla manutenzione degli edifici e alla cura della propria città, la capacità di leggerne gli elementi di valore e quelli di degrado, sono il punto da cui dovrebbe partire ogni proposito di riqualificazione urbana, affidando al piano del colore, oltre al valore normativo, quello altrettanto importante di riferimento culturale.
2 commenti
Iniziativa sacrosanta, però che non si limiti alle tonalità del giallo assai care alla Soprintendenza ….. non tutto è tufo !!
Joseph Zambito liked this on Facebook.