Angelo Capodicasa terzo, alle spalle di Pierluigi Bersani, capolista, e Magda Culotta. Dunque per lui poltrona garantita: d’altronde il suo ritorno a Montecitorio era stato sancito dall’esito delle Primarie. Alla prova dei gazebo, l’ex vice ministro si era piazzato sul gradino più alto del podio.
Clamorosa sorpresa invece per il secondo agrigentino da spedire nella Capitale. Tutti o quasi, facendo riferimento al risultato della selezione del 30 dicembre, davano per scontata una posizione utile per diventare deputato a Maria Iacono, ex sindaco di Caltabellotta, prima eletta nella sfida con le altre sette donne candidate. Ma il gentil sesso evidentemente in casa Pd non è “merce” rara. Per garantire la quota rosa la direzione del partito ha pescato nelle altre province della Sicilia occidentale.
E’ così Maria Iacono è stata retrocessa: si deve accontentare dell’undicesima posizione in lista. Forse paga anche il fatto di appartenere alla componente Capodicasa, che già ha al suo attivo lo scranno sicuro per sé. Questa è ovviamente solo un’ipotesi. Fatto sta comunque che se ad Agrigento il Pd otterrà due seggi, come è probabile, il secondo andrà alla corrente targata Giovanni Panepinto.
A beneficarne sarà Tonino Moscatt che è stato collocato al decimo posto nella lista, davanti proprio a Maria Iacono. Alle Primarie, strutturate per garantire la parità di genere, il giovane favarese si era classificato, nel duello fra uomini, al secondo posto, dietro ad Angelo Capodicasa.
Gli altri agrigentini in corsa per le Politiche sono Daniele Camilleri, licatese, capogruppo al Consiglio provinciale, a cui è stato riservato il 14esimo posto, Angela Galvano, capogruppo al Consiglio comunale di Agrigento, per lei il 19esimo posto, e la raffadalese Sabrina Mangione in 23esima posizione.