Alle Regionli è rimasto fuori, perchè il suo partito, il Fli, non ha superato lo sbarramento del 4%. Ma lui è stato il più votato dei finiani in Sicilia. Un dettaglio non da poco che adesso, in vista della Politiche, potrebbe avere il suo peso. Luigi Gentile, deputato e assessore regionale nella precedente legislatura, è al lavoro in queste ore, a pochi giorni dalla presentazione delle liste, per provare a ritagliarsi un posto utile per essere eletto alla Camera.
“I risultati al mio attivo sono sotto gli occhi di tutti – afferma Gentile – ma non sempre sono suffienciti per essere protagonisti in politica – osserva con rammarico”.
E sono giornate convulse, frenetiche anche per il deputato uscente di Pid-Cantiere Popolare, Giuseppe Ruvolo. Il suo partito per Monteciorio si affiderà alla lista del Pdl guidata da Angelino Alfano. Alle spalle del segretario nazionale, il leader del Pid, Saverio Romano. Bisognerà capire allora se l’altro seggio garantito all’ex ministro dell’agricoltura sarà assegnato al parlamentare riberese. L’ipotesi non è così scontata: il popolo della libertà è infatti alle prese con un pressing asfissiante dei suoi uomini: Nino Bosco, Giancarlo Granata. E poi c’è Riccardo Gallo. Per non parlare del deputato uscente Giuseppe Marinello, al quale quasi certamente andrà la blindata terza posizione.
Gli altri alleati del Pdl sono La Destra di Storace, che dovrebbe avere due agringentini in lista alla Camera, Domenico Incardona, e Stefano Castellino, la lista meridionalista Mpa-Grande Sud, e il movimento Mir. In questa fase, oltre alla chiusura delle liste, riflettori puntati sulle strategie per mettere le mani sul premio di magioranza, soprattutto quello relativo al Senato. Per Palazzo Madama ogni Regione consegna il suo. E punta proprio su questo Silvio Berlusconi in Sicilia. Aggiudicarsi, assieme alla coalizione, i 14 seggi dei 25 disponibili. Gli altri 11 vanno divisi proporzionalmente fra tutti i partiti che superano a livello locale il 3% (se parte di una coalizione) o l’8% se corrono da soli.
Discorso diverso invece alla Camera: qui il premio di maggioranza si assegna su base nazionale e anche lo sbarramento va superato in tutta Italia e non Regione per Regione. Il rischio, secondo il quadro che emerge, sarebbe quello di un sostanziale pareggio, come nel 2006: al centrosinistra la Camera, al centrodestra il Senato. Tradotto in soldoni significherebbe ingovernabilità.
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Mi piace.complimenti Lillo Craparo monza