Farà sul serio? Sarà una provocazione? O semplicemente una strategia? Sta di fatto che il presidente della Provincia regionale di Agrigento oggi ha consumato un altro passaggio verso il licenziamento dei precari in servizio nell'ente. Ha incontrato le organizzazioni sindacali di categoria per annunciare la sua decisione: mandare a casa i lavoratori per protestare contro la mancata deroga al patto di stabilità da parte del governo nazionale che di fatto impedisce alla sua amministrazione di regolarizzare e normalizzare il rapporto di lavoro con i 109 ex Lsu, oggi in attività soltanto con 18 ore settimanali.
Un D'orsi deciso, pronto per l'ennesima iniziativa plateale per provare a fare breccia nelle cronache nazionali e nella politica romana. Una sorta di stoccata a tutto campo, destinata anche ai sindacati.
“Anche loro devono adoperarsi per risolvere quello che è certamente un problema sociale – dice il presidente – tutti assieme siamo chiamati a condurre questa battaglia per fare pressing su chi siederà in Parlamento. Dobbiamo fare in modo che il prossimo premier assuma l’impegno di stabilizzare i nostri precari. Non vogliamo soldi, sia chiaro, noi ce li abbiamo, il punto è ottenere questa benedetta deroga. Se nessun dei candidati per Palazzo Chigi lo farà, alle elezioni di febbraio non andremo alle urne” – minaccia D’Orsi.
Ma alla parola licenziamento, l’iter è stato già avviato ha assicurato il presidente, sui volti dei precari presenti scorre la preoccupazione, la paura di ritrovarsi alla fine con un pugno di mosche in mano.
Spiazzati, ma decisi a fare a pieno la propria parte i sindacati.
“Siamo stupiti da questa uscita di D’Orsi – osserva il segretario provinciale della Cgil-Funzione Pubblica Alfonso Buscemi – avrebbe avuto un senso forse un anno fa, ma alla vigilia delle elezioni che risultato si potrà ottenere? Semmai una provocazione concreta sarebbe stata presentarsi con le dimissioni”.
“Siamo spiazzati”: è il commento di Fabrizio Danile, sindacalista della Cisl. “Noi siamo abituati a concordare e a programmare”.
E la vicenda precari continua ad essere teatro di scontro istituzionale fra Eugenio D'Orsi e Dino Buscemi, presidente del consiglio provinciale. Il numero uno di aula Giglia critica la decisione del capo dell'amministrazione, bollandola come superficiale. Parla di tradimento del consenso popolare ricevuto nelle ultime. E accusa D'Orsi “di alterare la serenità dei lavoratori e delle loro famiglie con proclami inopportuni”. Pronta la replica del presidente della Provincia. “Solo lui non ha capito che si tratta di una provocazione. Invece di intervenire a vuoto solo per fare polemiche, se ha le capacità intervenga presso i suoi amici politici romani per dare un serio contributo alla causa”.