Sono stati riassegnati ad Agrigento i 15 milioni di euro già stanziati per il centro storico, per intenderci, quelli che la Giunta regionale aveva destinato alla provincia di Messina, colpita dagli eventi meteorologici del 22 novembre 2011.
Come si ricorderà, infatti, i fondi destinati ad Agrigento, proprio per la mitigazione del rischio idrogeologico incombente sulla collina ove insistono la cattedrale, l’intera area diocesana e il centro storico, era di venti milioni di euro.
La giunta di governo della Regione , con delibera numero 261 del 24 luglio 2012 ne decurtò quindici che destinò alla provincia di Messina e il Comune di Agrigento difeso dall’avvocato Gabriele Giglio, presentò ricorso al Tar di Palermo chiedendo l’annullamento, previa sospensione dell’esecuzione, della delibera del Governo regionale , contestandone la legittimità per diversi motivi.
E ieri la vittoria: il Tar ha disposto la sospensione dell’esecuzione della delibera che aveva modificato l’originario stanziamento e quindi i quindici milioni sono stati riassegnati ad Agrigento.
Una vittoria che il sindaco Zambuto ha commentato così: “Condividendo le censure proposte dal difensore dell’amministrazione comunale e al fine di scongiurare la perdita del suddetto finanziamento da parte del Comune di Agrigento, il Tribunale amministrativo ha accolto l’istanza cautelare da noi proposta ed ha pertanto sospeso l’esecuzione della deliberazione della Giunta regionale del luglio scorso, condannando altresì l’amministrazione regionale ed i comuni contro interessati costituitisi in giudizio al pagamento delle spese legali. Il territorio di Agrigento – ha proseguito il Sindaco – può pertanto, allo stato, beneficiare dell’intero finanziamento a suo tempo disposto, pari a venti milioni di euro, con la conseguente opportunità di veder finalmente realizzati gli interventi necessari alla mitigazione del rischio idrogeologico ed alla messa in sicurezza degli immobili, anche di interesse storico, architettonico e religioso, insistenti sull’area diocesana del capoluogo agrigentino”.