Tra rotture, spaccature, ritorni dalla campagna, amori finiti e matrimoni “portati”, la Sicilia ci sta facendo una figura di merda. Scusate, non vuole essere una frase ad effetto, alla Grillo per intenderci (anche se fa bene il suo nuovo mestiere).
Oggi scade il termine per la presentazione delle liste in vista delle politiche del prossimo 24 febbraio. In quasi tutti i partiti i giochi sono stati fatti. Solo il PDL deve sciogliere alcuni nodi che per certi aspetti potrebbero essere determinanti al momento dello spoglio. La rinuncia di Scajola ha rimesso in discussione l’appoggio al Cavaliere dell’intera Liguria. In Campania le resistenze di Cosentino e altri indagati stanno creando seri problemi. Un personale sondaggio commissionato da Berlusconi evidenzia che il Popolo della Libertà rischia di perdere centinaia di migliaia di voti qualora venga inserito qualche “impresentabile” rendendo vana la sua presenza mediatica a qualsiasi presenza radiotelevisiva.
Si dice che per fortuna, in Sicilia, il più chiacchierato abbia fatto un passo indietro. Marcello Dell’Utri ha ritirato la propria candidatura, ritenendola inutile “tanto se mi condannano non ci sarà immunità parlamentare che tenga: almeno nessuno potrà dire che se il PDL perderà non sarà per colpa mia…”.
Ma in Sicilia sta succedendo qualcosa di peggio, è scoppiata la pace tra i guerrafondai dell’altro ieri per fare un fronte comune a sostegno del re di Arcore in cambio di non sappiamo cosa. Di sicuro non in favore della Sicilia. Miccichè, che non ha mai lasciato il suo Mentore, ha messo da parte l’astio per Angelino Alfano. Raffaele Lombardo ha raccontato che le gelate non gli permetteranno di dedicarsi alla campagna ed ha accettato il personale e pressante invito del Cavaliere a superare remore e litigi candidandosi capolista al senato per l’MPA. Ma a questo momento tutto ancora può succedere. La Sicilia porta enormi ceste di voti, è indispensabile, irrinunciabile, strategica, tanto quanto è morta di fame, corrotta, piena di ascari.
“Meglio così che scomparire” si giustifica Lombardo. Ci chiediamo: chi dovrebbe scomparire? Lui e i suoi amici? Miccichè e l’inesistente Grande Sud? Ma che importa alla Sicilia? Berlusconi fa bene a bussare a tutte le porte, a dare e promettere tutto tranne i veri diritti dei siciliani. Ha bussato anche alla Lega di Maroni, ma lì è stato un altro discorso.
Prima i leghisti si sono premurati di fargli rinunciare all’idea della sua ricandidatura a Premier. Poi hanno preteso l’appoggio incondizionato per la conquista del governo lombardo ed infine la solenne promessa che almeno il 75% delle tasse pagate “da loro” restino “a loro” con un introito per le casse del nord di oltre 16 miliardi di euro che permetteranno l’abolizione dell’Irap al Nord (8 miliardi di Euro) e un maggiore sviluppo della sanità e dei servizi di eccellenza ai cittadini. “Noi applicheremo con la forza dei voti ciò che i siciliani non hanno saputo fare con il loro Statuto” ha dichiarato Maroni che s’intende più di noi delle potenzialità del nostro Statuto.
Crocetta, se ci sei, batti un colpo. Ognuno difenderà il proprio territorio. Qui in Sicilia abbiamo lo strumento per eccellenza. Si può fare anche senza mostrare i muscoli. Basta volerlo. La Regione “Siciliana” decide da sola se aprire le porte alla Repubblica “Italiana”. Ma prima viene la Sicilia.
2 commenti
Si loro pero applicato, mentre per la Sicilia dal 1946 ancora lo si deve applicare, il siciliano merita la sua condizione.
Siciliani aprite gli occhi!!!