L’ex ragazzo prodigio della giunta Airò “rischia”, secondo i sondaggi e l’attuale legge elettorale, di essere eletto alla Camera dei Deputati nella lista del PD Sicilia Occidentale.
Antonino Moscatt, per tutti Tonino, occupa infatti la decima posizione a seguito della sua brillante affermazione ottenuta nelle primarie del 30 dicembre scorso.
Con i suoi 22 anni, nel 2002, divenne il più giovane assessore comunale d’Italia. Dimostrò da subito le sue capacità di animale politico ed oggi, a distanza di dieci anni, il pupillo favarese di Giovanni Panepinto non nasconde la sua consapevolezza di essere in procinto di fare il “grande salto”.
D. – Tonino, la tua prima impressione.
Viviamo un’occasione storica. La sinistra ha la possibilità di prendere in mano le sorti del Paese. Tutti i sondaggi danno per certa la vittoria di Bersani. Sono felice, ma allo stesso tempo consapevole del duro lavoro che ci attende. L’esperienza Monti e prima ancora gli anni del governo Berlusconi hanno ingenerato nella società due elementi molto negativi: la brutta politica e soprattutto l’antipolitica. Oggi invece è tempo di buona politica. Ci sono molti giovani che vorrebbero impegnarsi, partecipare attivamente per lo sviluppo della società. Ecco perché è necessario un nuovo laboratorio politico dove ognuno possa esprimere le proprie idee.
D. – Tu hai 32 anni. Oggi un giovane su 3 non lavora. Una tragedia anche per il futuro. Come ti muoverai?
E’ questa la grande sfida, la riforma vera del mondo del lavoro che dovrà essere affrontata in maniera strutturale. Oggi ci sono giovani come me che si sentono già vecchi, inutili, privi di prospettive. Inasprire le cose esistenti non ha senso (vedi la riforma Fornero). E’ necessario un patto di cittadinanza che dia certezze concrete, come il diritto all’accesso nel mondo del lavoro per giovani, accompagnati senza traumi alla fine della loro attività lavorativa e quindi alla pensione. La recente riforma Fornero ha tolto diritti ai lavoratori. Bisogna pensare alla crescita e cambiare tutto quanto impedisce il diritto al lavoro. Penso all’abolizione del numero chiuso nelle Università, al ripensamento dello spirito degli ordini professionali. Penso anche alle famiglie a cui viene negata la soddisfazione di veder valorizzati i propri figli dopo gli enormi sacrifici sostenuti per mantenerli agli studi. Tutto questo in un’ottica di solidarietà che metta la parola fine anche per le migliaia di lavoratori precari o degli LSU. Il lavoro deve essere un diritto di cittadinanza. Parimenti l’uscita dal lavoro dovrà avvenire progressivamente con sistemi flessibili e non traumatici.
D.- Parliamo adesso del Sud. Maroni ha dichiarato che a lui interessa solo il Nord.
Bersani ha presentato il progetto “Finalmente Sud”, un documento programmatico tendente a riequilibrare le distanze tra Nord e Sud. Berlusconi si è alleato con la Lega che pensa soltanto ad una macro regione del Nord con l’intento di trattenersi il 75% del gettito fiscale fregandosene della solidarietà nazionale. Noi spiegheremo in campagna elettorale per quale motivo i siciliani dovranno votare Berlusconi che ci ha tolto i fondi Fas per pagare le quote latte del Nord. Dimostreremo che la Sicilia non è solo un serbatoio di voti, ma è una parte dell’Italia Giusta, lo slogan che accompagna la battaglia elettorale del Partito Democratico. Si deve lavorare per salvare tutti, senza distinzione di appartenenza. Personalmente penso al rilancio del settore edilizio in Sicilia, asse portante della nostra economia isolana.
D.- A proposito di Sicilia, come sta procedendo il cammino di Crocetta?
Il Governatore Crocetta sta dimostrando con i fatti come si difende la Sicilia. Nella consapevolezza che le cose non possono cambiare nel breve periodo. Ma già nei suoi primi atti si nota che vuol procedere senza condizionamenti, decidendo autonomamente, come autonoma è la Sicilia. Basta ricordare il blocco dei lavori per il Muos di Niscemi e il primo passo verso il ritorno alla gestione pubblica delle acque. Molto importante la sua decisione di presentare una propria lista (Il Megafono – ndr) solo per il Senato che, come sappiamo, corre solo su base regionale e quindi nell’interesse della nostra terra, senza allearsi con i partiti del Nord e con candidati siciliani.
D.- Chiudiamo con la politica locale. A Favara il PD appare sempre più assente.
“Il mio partito non è assente, ma certamente sta risentendo degli scarsi risultati delle ultime elezioni. Ritengo sia necessario un forte rinnovamento al suo interno senza “prime donne” che portano solo litigi ed isolamento. Il partito ha sempre dato comunque la sua disponibilità al dialogo per il bene comune che è Favara. Piuttosto la gravità in cui si trova il nostro paese dovrebbe far riflettere i due ultimi governi di centro destra che dopo aver indicato e fatto eleggere i sindaci Russello e Manganella, li hanno abbandonati al loro destino. La crisi economica non ha investito solo Favara. Il senso di responsabilità impone che i partiti facciano un passo indietro per riportare il nostro Comune al centro dell’attenzione, anche nazionale. Oggi le Istituzioni sembrano aver abbandonato Favara, ma questa è la conseguenza di chi lancia il sasso e nasconde la mano. Il centro destra non può continuare a fare esperienze. Meglio tornare alle urne”.
Finisce qui la nostra chiacchierata con Tonino Moscatt. Ne abbiamo tratto una buona impressione. La politica ce l’ha nel DNA da sempre. La passione è rimasta quella di sempre. E’ un giovane, una speranza di cambiamento, ha quasi la certezza di farcela. E sia. In bocca al lupo, Tonino.
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