Che fine faranno le Province regionali? Il governo Monti, nel contesto della legge di stabilità, ha fissato dei paletti, ma ha rinviato i provvedimenti al prossimo anno. E allora c'è da capire quale sarà il destino delle amministrazioni che vanno in scadenza in primavera. Come quella di Agrigento. Nell'isola la palla passa alla Regione, che ha poteri in materia: dunque dovrà dire la sua e anche in tempi stretti, visto che la scadenza incombe.
Ma intanto, in attesa di conoscere la volontà della giunta Crocetta, arriva una proposta che vede come primo firmatario Gino Ioppolo, deputato all'Ars della lista Nello Musumeci. Il disegno di legge di iniziativa parlamentare approderà nelle prossime ore in commissione Affari istituzionali e propone il mantenimento delle Province. Anzi immagina il potenziamento delle loro prerogative.
“Il ddl prevede un aumento di competenze – sostiene Ioppolo – che dovranno riguardare anche altri settori, come la pianificazione urbanistica e territoriale. Tutto questo a costo zero”.
Il progetto prevede pure un abbattimento della spesa: sforbiciata del 20 per cento al numero di consiglieri e assessori e del 30 per cento sulle indennità".
Ma il nodo, come dicevamo, è rappresentato dalla tempistica. All’orizzonte c’è l'appuntamento elettorale. Il ministro Cancellieri ha infatti comunicato che la prossima tornata amministrativa si svolgerà il 26 e 27 maggio, con eventuali ballottaggi quindici giorni dopo. L’ipotesi più accreditata è allora che si arrivi ad una proroga delle amministrazioni fino ad ottobre, dando così all’Ars il tempo necessario per legiferare in tema di competenza delle Province.
“Siamo assolutamente contrari a qualunque commissariamento – osserva Musumeci – basterebbe un po’ di buona volontà per far viaggiare il ddl su di un binario preferenziale, portandolo all’approvazione in un paio di mesi”.
E il clima della campagna elettorale comincia a farsi sentire alla Provincia regionale di Agrigento. Assestamenti in corso, nuovi equilibri dettati dalla composizione delle alleanze e dalla scelta dei candidati in vista delle politiche di febbraio.
Eugenio D'orsi obbedirà ancora un volta alle indicazioni dei suoi leader, Lombardo e Di Mauro? Il tema è: alla luce degli accordi che l'Mpa-Pds, la sua area di riferimento, ha fatto con Silvio Berlusconi, nella giunta, in prospettiva elezioni, il presidente della provincia porterà nuovamente dentro il Pdl? Oppure farà di testa sua, anche a costo di rompere con il suo partito. Cosa, lo ricordiamo, che ha già fatto Angelo Lombardo, fratello dell'ex governatore della Sicilia e che hanno fatto alcuni gruppi autonomisti in provincia capitanati da Mariano Ragusa. C’è poi però il rovescio della medaglia. Dando per certo che D’Orsi tiri dritto per la sua strada, gli attuali alleati, con in testa il Pd, senza un suo formale passo indietro rispetto alle posizioni di Lombardo, saranno disposti a restare in giunta, appoggiando di fatto un’amministrazione a guida Mpa, partito alleato a livello nazionale del Pdl? Vedremo.