Nell’omelia di domenica scorsa, don Mimmo Zambito ha parlato dei poveri che bussano sempre più numerosi alle porte delle parrocchie del paese. “Ci sono bambini che soffrono la fame” ha ripetuto più volte l’arciprete, per sottolineare le gravità del fenomeno e togliere qualsiasi scusa alla mancata solidarietà.
I bambini sono il confine, lo spartiacque, tra i poveri autentici e quelli fasulli, tra i veri disperati e i mantenuti e i delinquenti.
Sono i figli di chi ha perso il lavoro, ma anche delle famiglie a monoreddito che non ce la fanno a pagare gli indumenti, il cibo, le medicine, figuriamoci l’affitto e le bollette.
Non può esserci alibi alla mancata solidarietà, ché, oltre a don Mimmo, l’Istat e, recentemente, il presidente della Confcommercio Sicilia disegnano un quadro desolante della povertà nella nostra Isola.
Per l’istituto di statistiche “La Sicilia è la regione dove si assiste al reddito medio annuo più basso, con il 28,6% in meno e dove il 50% delle famiglie percepisce al di sotto dei 17,459 euro annui, rispetto ai quasi 30.000 previsti dal dato medio italiano”.
Il presidente di Confocommercio Sicilia, Pietro Agen, afferma che “la capacità di consumo di un siciliano medio è di un terzo inferiore alla media nazionale. Se l'Italia è in crisi, noi siamo nel fondo del baratro”.
Prima delle cifre dell’Istat e delle dichiarazioni degli Enti, arriva al cuore di tutti la notizia che i bambini soffrono la fame. Vanno aiutati da tutti. Don Mimmo, per loro, chiede beni di prima necessità, buoni pasto, abbigliamento, ché non basta essere buoni solo a Natale.