Elezioni Regionali alle spalle, elezioni Politiche all’orizzonte. In mezzo scosse più o meno intense, faglie aperte, movimenti significativi. Di uomini e partiti che improvvisamente, preoccupati per il futuro, lasciano i territori a rischio per occupare nuovi spazi, potenzialmente più sicuri e agibili. E così si prevedono assestamenti in serie.
Il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, starebbe meditando di lasciare l’Udc, di cui è dirigente regionale. Appena un mese fa da parte sua attestati di apprezzamento nei confronti dei vertici nazionali dello scudocrociato. Per lui sarebbe stato disponibile un posto in testa alla lista per la Camera dei deputati. “Grazie ma rinuncio per il bene della città”: così Zambuto in una conferenza stampa convocata a fine anno. Ma a questo punto, il dubbio è legittimo: le cose sono andate proprio in quel modo? O Zambuto ha preferito fare buon viso a cattivo gioco. Fatto sta che in queste ore circolano voci di un suo possibile divorzio da Casini e D’Alia per avvicinarsi, secondo quanto trapela, al Megafono di Rosario Crocetta. Scelta eventualmente dettata sempre per il bene della città. L’interlocutore sarebbe infatti il Presidente della Regione, il quale sta mettendo in piedi una vera e propria aggregazione di amministratori: ultima adesione quella del sindaco di Favara, Rosario Manganella.
Altri politici agrigentini, in questa fase, hanno imboccato strade nuove: Salvatore Iacolino, europarlamentare, ha lasciato il Pdl per accostarsi a Grande Sud, con cui è candidato al Senato, Luigi Gentile, ex assessore regionale ed ex deputato all’Ars, ha abbandonato il partito di Fini per fondare un suo movimento. Stessa cosa ha fatto Michele Cimino, il quale si è traumaticamente distaccato da Gianfranco Miccichè, era capogruppo a Sala d’Ercole degli arancioni, per mettersi al timone del neonato movimento “Voce Siciliana”.
E anche nelle Istituzioni locali passaggi e novità: Geraldo Alongi, appena dimessosi da capogruppo al Consiglio comunale di Agrigento del Pdl, ha annunciato di votare Pd in occasione delle Politiche. Ufficialmente perché nella lista di Bersani è candidato un suo collega, non un politico, ma proveniente dalle professioni. Si tratta del presidente nazionale dell’Ordine dei medici. Sarà certamente vero, ma i dubbi si insinuano.
Ed ancora il consigliere provinciale Arturo Ripepe se n’é andato dal Pid in polemica con il leader agrigentino Giuseppe Ruvolo. Strascichi delle Regionali. E sempre alla Provincia regionale di Agrigento, il partito democratico è al lavoro per valutare l’opportunità o meno di lasciare la giunta guidata da Eugenio D'Orsi, dopo che l’Mpa, il partito del presidente, a livello nazionale è tornato assieme al Pdl di Alfano e Berlusconi. E questi nuovi e ribaltati scenari politici hanno spinto i consiglieri Guarraci, Pellegrino e Paci a presentare una mozione con la quale chiedono a D'Orsi di riferire in Aula sulla sua posizione: vogliono capire, insomma, la sua appartenenza politica. Chiarimenti legittimati anche a seguito della recente decisione del presidente, sintomo di disagio e insofferenza, con cui ha revocato l’incarico di assessore a un uomo che fa capo proprio al suo leader, Roberto Di Mauro.