L’ala destra che si sgancia. Che lascia l’area di centro. Quel Pdl nel quale era confluita dietro la spinta di Gianfranco Fini. Poi pentitosi. Ma Lui, seppur in posizione diversa, è rimasto nella zona mediana dell’arco costituzionale. Ora dialoga con Casini e il professore Monti. Gli irriducibili invece stanno provando a rimettere in piedi una sorta di Alleanza Nazionale. Una versione nuova, rivista e corretta. Il soggetto politico si chiama Fratelli d’Italia: è il suo primo banco di prova saranno le Politiche di febbraio. Una sfida impegnativa allora che parte da questo appuntamento. Ad aprire la campagna elettorale sono arrivati ad Agrigento i due candidati che hanno più chance per fare il loro ingresso in Parlamento. Alla Camera capolista è Giampiero Cannella.
“Noi vogliamo piazzarci alle spalle del Pdl, essere il secondo partito della coalizione di centro destra – spiega – Fratelli d’Italia si colloca nello spazio politico che era di An per rilanciare progetti, idee e valori autentici come quelli dell’identità nazionale”.
E per Montecitorio ci sono due agrigentini in corsa: Giuseppe Ciulla, già assessore nella giunta D’Orsi, anche lui ex An, della città dei templi, che occupa il quarto posto, e la saccense Nancy Catania in posizioni arretrate.
Al Senato la lista, allestita in Sicilia, propone al secondo posto Salvino Caputo, eletto appena tre mesi fa all’Ars nelle file del popolo della libertà. “Se sarò eletto – assicura – opterò per Palazzo Madama perché la mia nuova casa è Fratelli d’Italia. Con il Pdl ormai il è rapporto chiuso. Si era aperto per la scellerata decisione di Fini. All’Ars faccio parte ancora del gruppo Pdl solo per un fattore squisitamente tecnico, in quanto non ci sono i numeri per costituire un gruppo autonomo”.
E al quarto posto in lista c’è il favarese Giuseppe Arnone che, in conferenza stampa, ha voluto puntualizzare: “Siamo contenti che Berlusconi abbia fatto sua la proposta partita da noi, quella di restituire i soldi pagati dai contribuenti italiani per l’Imu. La casa è un bene primario che non può essere soffocata dai tributi”
E quasi in fondo alla lista c'è il palmese Vincenzo Montalto.