A Favara, dove tutto è di più, le erbacce non estirpate hanno raggiunto l’altezza come in aperta campagna.
A questo punto, sarebbe bene approfittarne. Potrebbe l’assessore alle attività produttive fare un investimento acquistando pecore, ché il pascolo è assicurato.
Da nord a sud e da est a ovest della città c’è erba in quantità, pure per le mucche, così oltre a produrre ricotta e formaggio pecorino, il Comune potrà aprire una centrale del latte.
In via Teramo, l’abbiamo misurata ed è alta esattamente un metro e dieci centimetri. Stimiamo che via Ambrosini o nelle traverse di via Agrigento sia ancora più alta. Poi ce n’è in via Cicero e La Francisca, ma anche nel corso principale se ci si accontenta di un “formato” ridotto.
Negli ingressi di Favara, poi, è il trionfo della natura.
Come dire, il verde domina, oltre che nelle casse comunali, in ogni angolo del territorio.
Dovrebbe essere estirpata dai netturbini appena spunta, durante lo spazzamento settimanale dei diversi quartieri.
Ora due sono le cose: o l’erba a Favara cresce ad una velocità tale che i netturbini non ce la fanno ad eliminarla quando è piccolina o lo spazzamento è, a dire poco, annuale, piuttosto che settimanale.
Ci sarebbe una terza ipotesi, quella che a Favara non si scopa, ma, per ragioni di campanilismo non facendoci una bella figura con le città vicine, la vorremmo escludere.
Al di là delle battute, è possibile accettare una così bassa qualità di un servizio pagato a peso d’oro?
E’ possibile che l’amministrazione comunale non difenda l’utenza favarese?
Chi certificata per conto del Comune che il servizio è stato eseguito a regola d’arte?
Ci facciamo le domande e non abbiamo le risposte, che per noi devono averle il sindaco e gli assessori.
E il tanto ci basta.
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