Giovanni Di Caro del Movimento 5 stelle ricorda a Manganella e a Pitruzzella che “con una nostra richiesta, assunta al protocollo del Comune di Favara al n.4175 del 29/01/2013, invitavamo l’A.C. a scegliere tra gli scrutatori dei seggi elettorali, per il voto del 24 e 25 febbraio prossimi, tra le categorie più disagiate e non con la procedura del sorteggio.
Tanto, è supportato anche dalla legge che regolamenta la scelta degli scrutatori: l'art. 6 della legge n. 95 dell'8 marzo 1989, come sostituito dall'art. 9, comma 4, della legge 21 dicembre 2005, n. 270”.
Anche se si tratta di un lavoro di pochi giorni e di un modesto compenso, sarebbe stato opportuno coinvolgere, nell’attuale periodo di disperazione, “le categorie più disagiate”.
“La commissione elettorale comunale – continua Di Caro – poteva benissimo adottare un criterio misto di merito e reddito, chiamando giovani studenti, disoccupati o persone con bassa pensione, e un elevato grado di scolarità. L'incarico elettorale è anche visto come un primo modo per avvicinare i giovani alla politica.
Lo status di disoccupato sarebbe stato facilmente dimostrabile attraverso un’autocertificazione e all’interno dell’albo degli scrutatori del Comune (quasi 5000 persone) siamo sicuri che ci sono più di 140 disoccupati.
Come ci aspettavamo, la Commissione elettorale ha scelto di non scegliere ed affidare tutto alla sorte. Ci rammarichiamo per l’occasione mancata che era, se volete, viste anche le recenti migrazioni, un’occasione per cominciare a fare qualcosa di sinistra”.
Come dargli torto?
Non si ha la dovuta attenzione per la fasce più deboli, in questa e in altre occasioni, mentre sulle collocazioni politiche se si dovesse giudicare dalle loro azioni verrebbe davvero difficile. Ci dobbiamo fidare delle dichiarazioni “sono di destra”, “sono di centro”, “sono di sinistra”. Poi nulla o poco si fa per dimostrare di essere in una o nell’altra parte del panorama politico.
Di sinistra si fa poco, ma di sinistro…