Nella Capitale Mpa e Pdl, dopo averle smarrite, hanno ritrovato le ragioni dello stare insieme. E nelle periferie? Alla Provincia regionale di Agrigento, che a fine maggio dovrà rinnovare le proprie istituzioni, gli uomini di Alfano e quelli di Di Mauro replicheranno l’intesa romana o sconfesseranno lo scenario messo in piedi in occasione delle Politiche?
Tenendo conto della ruggine e a giudicare anche dalle ultime sortite, l’intesa per le Amministrative si preannuncia assai complessa e difficile. Sempre che dopo il 25 febbraio le coalizioni resteranno le stesse. Ma significa già proiettarci al futuro. Il presente ci impone invece di ragionare sulle aggregazioni attuali.
Il presidente della Provincia in carica è deciso a riprovarci. Anche il leader autonomista, Roberto Di Mauro, in una recente nota, diffusa alla stampa, ha messo le mani avanti: “Per noi Eugenio D’Orsi è il punto di partenza per qualsiasi accordo si voglia raggiungere nell'interesse collettivo”. Parole nette, messaggio chiaro. Ma forse non troppo.
E la ragione è semplice. Il Pdl come risponde? Cosa fa? Formalmente nulla o quasi. Già quasi: l’inghippo è proprio qui. Perché è impensabile che un esponente del partito lanci la propria candidatura in modo autonomo, senza avere l’avallo, la condivisione dei leader. E allora riteniamo che sia iniziata una sorta di partita a scacchi.
Anche perché chi si dice pronto a scendere in campo non è certamente uno degli ultimi arrivati. Anzi. Siamo di fronte ad un persona di grande esperienza, abbastanza presente nell’immaginario collettivo. E’ stato già assessore e vice presidente della Provincia sotto la gestione targata Enzo Fontana. Si tratta del grottese Santino Lo Presti, dirigente scolastico, ex socialista. Transitato nel popolo della Libertà dopo la fine della parentesi De Michelis. Da cinque anni condivide il progetto berlusconiano.
“In questa fase – spiega lo Presti – la mia è solo una disponibilità a candidarmi alla presidenza della Provincia, nella consapevolezza che i miei trascorsi, la conoscenza che ho della macchina amministrativa e del territorio possano tornare utili per dare delle risposte ai tanti problemi irrisolti. Fermo restando – aggiunge – che se la mia proposta non dovesse trovare ampia convergenza all’interno del Pdl, non esiterei a mettermi da parte per sostenere un’eventuale altra candidatura”.
La sfida allora tra Mpa e Pdl è cominciata e verosimilmente andrà ad intrecciarsi con le caselle delle altre Province e degli altri Comuni in cui si voterà a fine maggio. E’ una partita insomma che si giocherà su più campi.