“L’apertura temporanea alla pesca del novellame nei mari siciliani, ancorché possa trovare giustificazione nella grave e perdurante crisi della marineria siciliana, è vietata dalla legislazione europea. Il Governo regionale, piuttosto che prevedere deroghe incompatibili con la legislazione europea, dovrebbe prevedere misure compensative in favore delle marinerie: fermo biologico, quote trasferibili, caro carburante e pesca di frodo sono alcuni degli interventi non più differibili”. Lo afferma l’europarlamentare Salvatore Iacolino (Gruppo PPE a Bruxelles), candidato al Senato nella lista di Grande Sud, numero 2 in Sicilia.
“Nel quadro della nuova Politica Comune della Pesca – approvata la scorsa settimana a Strasburgo – sono stati definiti criteri innovativi e orientati al cambiamento per rendere il comparto ittico – in particolare quello siciliano – più dinamico e competitivo nel conseguire l’obiettivo di promuovere una pesca sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale e favorire la riproduzione della fauna marina.
Abbiamo, altresì, chiesto che il nuovo Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (6,5 mld di euro per il periodo 2014/2020) mantenga alcuni strumenti di sostegno ai pescatori colpiti dal fermo biologico (con indennizzi per predite imputabili a calamità naturali ed eventuali aumenti di carburanti) aiutandoli a diversificare o a riconvertire la loro attività e nuove risorse per l’ammodernamento delle flotte.
Confidiamo che il Governo regionale utilizzi in pieno i fondi europei destinati al settore, a cominciare dai fondi della precedente programmazione, ad oggi non impiegati che, invece, darebbero una boccata d’ossigeno ad un comparto, come quello siciliano, in preoccupante difficoltà”, conclude Iacolino.