In queste settimane migliaia di lavoratori, e stranamente pure l'Amministrazione Attiva, si chiedono perché gli Enti di formazione professionale in Sicilia non pagano gli stipendi, mentre da più parte arrivano puntualmente proclami più destabilizzanti che di rassicurazione.
Oltre al "rivoluzionario" trasferimento dei funzionari dell’Assessorato regionale alla istruzione e formazione professionale, è apprezzabile anche l'ultimo tentativo di soluzione portato avanti dal M5S all'Ars tramite una separazione tra le somme versate agli enti per i dipendenti da quelle per la gestione.
Iniziative interessanti, ma sta di fatto che ad oggi i lavoratori non percepiscono da mesi gli stipendi. In verità anche negli anni passati la Regione imponeva agli Enti la tenuta di due appositi conti, uno per il personale e l’altro per la gestione, ma ci sembra che il problema del mancato pagamento degli emolumenti non sia stato in passato risolto, anzi.
Ed allora ci siamo sforzati di analizzare in maniera più complessiva la situazione. E’ vero che ormai il sistema è in crisi, perché negli anni non si sono realizzate specifiche azioni di agevolazione del personale in uscita e, allo stesso tempo, non si è attuato il contenimento dei costi e la moralizzazione del sistema.
Ma veniamo al dunque: la Regione siciliana con apposito Avviso Pubblico n. 20/2011 ha dettato la disciplina non solo di presentazione e programmazione dei progetti, ma ovviamente anche delle richieste di contributo. Nello stesso avviso a pagina 37 del punto 14. FLUSSI FINANZIARI si precisa infatti che:
“I flussi finanziari da parte del Dipartimento nei riguardi del soggetto attuatore, in coerenza con quanto riportato nel Vademecum avvengono secondo le seguenti modalità:-
– primo acconto pari al 50% del finanziamento (eventualmente rideterminato, come indicato al paragrafo 11);
– secondo acconto (facoltativo), per un importo complessivo fino all’80% del finanziamento (eventualmente rideterminato in base all’andamento delle attività secondo quanto previsto dall’art. 11 dell’Avviso), allo svolgimento del 40% delle ore previste;
– saldo del finanziamento spettante (determinato in base a quanto previsto dall’art. 11 dell’Avviso) a seguito della verifica del rendiconto finale.
Resta inteso che per poter effettuare i pagamenti l’Amministrazione dovrà disporre del D.U.R.C. in corso di validità. Inoltre il beneficiario al momento della presentazione della richiesta di acconto deve presentare idonea garanzia fideiussoria bancaria”
Sempre lo stesso avviso recita testualmente che “Il trasferimento degli acconti e dei saldi da parte del Dipartimento dell’Istruzione e della Formazione Professionale agli organismi beneficiari è condizionato alle disponibilità di Bilancio della Regione Sicilia per l’esercizio finanziario a cui si riferisce l’intervento”
Ed infine “Eventuali ritardi nella corresponsione del finanziamento non possono in nessun caso essere causa di interruzione delle attività”.
Queste ultime parti delle disposizioni mettono in assoluta evidenza che gli Enti di formazione, la gran parte dei casi Associazioni non profit o senza fini di lucro, dovrebbero avere una non indifferente capacità economico finanziario per far fronte alle anticipazione relative al pagamento delle contribuzioni previdenziali ed assicurative, necessarie al fine del mantenimento della Regolarità contributiva (DURC) e accollarsi comunque ogni eventuali ritardo (ormai quotidiano ritardo) sull’approvazione del bilancio d’esercizio, e pure la indisponibilitá di somme nello stesso. Ma vi pare sostenibile?
Ovviamente se la regione ritarda nell’erogazione delle trange di finanziamento, gli Enti non potranno garantire la loro regolarità contributiva e contestualmente non potranno ottenere gli acconti con aggravio di ogni onere e sanzioni varie. Ecco uno dei motivi!!!
Le disposizioni previste dall’avviso 20 sono in linea con quanto riportato nel Vademecum per l’attuazione degli interventi che prevedono l’adozione di unità di costo standard (UCS) del del 29.05.2012, con in più al punto 6.4 la disciplina della Richiesta del saldo:
A seguito del rilascio della Nota di determinazione finale della sovvenzione da parte dell’Amministrazione concedente e una volta conclusa l’eventuale fase di contraddittorio, il soggetto beneficiario – qualora l’ammontare della sovvenzione erogabile non determini l’obbligo di restituzioni a carico del beneficiario – può procedere alla richiesta di erogazione del saldo spettante (modello 13). Contestualmente alla richiesta di saldo, ove spettante, il soggetto beneficiario può richiedere lo svincolo delle polizze fideiussorie rilasciate nel corso dell’intervento (modello 14).
Allora ci risulta che parecchi Enti di formazione hanno quasi ultimato le attività formative, ma al servizio gestione (chiuso per disinfestazione burocratica) nessun funzionario è nelle condizioni di poter istruire le relative pratiche perché in piena fase di …trasloco.
Ci poniamo la domanda: i funzionari trasferiti sono stati doverosamente sostituiti per garantire il funzionamento degli uffici?
Il fatto davvero grave che a tutt'oggi, dalla data del trasferimento dei funzionari ad altri rami dell'amministrazione, non sono stati nominati e comunicati agli Enti gestori beneficiari dei vari Avvisi, i relativi nuovi Responsabili del procedimento, non assicurando quindi la indispensabile continuitá amministrativa.
Con tutti i danni patrimoniali a Enti e Dipendenti, che da tali situazioni ne scaturiscono.
Qualche addetto ai lavori, poi, ha pure lanciato il messaggio che se non si finisce di pagare tutte le richieste della prima tranche di anticipazione non se ne parla di trattare coloro che hanno già avanzato la richiesta della seconda tranche che completerebbe solo il primo 50% del finanziamento …. avendo ormai gli Enti svolto l'80% di attivitá corsuali.
Ma allora come funziona? Le regole dettate da Vademencun a Avvisi sono state "stravolte" dai dispositivi attuativi e dai relativi decreti successivamente emanati, paralizzando o privando di efficacia gli Avvisi stessi?
Ma allora l'atto di adesione firmato da ogni ente con la Regione, vale o non vale? Un avvertimento a chi legge: siamo in una avanzata tempistica che consentirebbe agli stessi enti addirittura di richiedere sino all'80% dell'importo finanziato. E invece ne hanno ricevuto soltanto il 25% e stiamo qui a discutere quando poter ricevere il secondo 25%.
Risultato? Se è vero, com'è vero, che due più due fa quattro, entro il mese di Febbraio tutti gli Enti si ritroveranno con il DURC inficiato dall'impossibilità di poter pagare almeno i contributi obbligatori per i propri dipendenti. Altro che stipendi!
Per non parlare del fatto che molti enti di formazione stanno per chiudere causa taglio delle utenze, per sfratto degli immobili per mancato pagamento degli affitti o addirittura per decreti ingiuntivi di allievi ai quali non sono state pagate le indennità.
Allora non si cerchino bacchette magiche per risolvere i problemi della formazione, che pur esistono e vanno affrontati come già si sta facendo: per assicurare gli stipendi ai dipendenti occorre rimanere ancorati alla realtà, che parte innanzitutto dal rispetto degli accordi, da una parte e dall'altra.
Il sistema UCS va assolutamente salvaguardato e difeso perché persegue efficienza ed efficacia ed è quello che noi auspichiamo.
Fatta questa analisi normativa, e rispettando al massimo il lavoro del Governo, poniamo un semplice quesito: cosa è necessario ancora per assicurare il pagamento degli stipendi ai dipendenti della formazione professionale?
Ecco una ricetta possibile: si dovrebbe erogare, all'emanazione del Decreto definitivo di approvazione delle graduatorie di ciascun Avviso, non solo dell'Avviso 20/2011, non meno dell'80% del contributo complessivo, con l'obbligo di concludere le relative attivitá di rendiconto e corresponsione del relativo saldo entro e non oltre un mese dalla conclusione delle attivitá progettuali, con tanto di penali per gli Enti beneficiari che non rendicontano, ma anche per l'Amministrazione attiva e le Societá a cui è stato conferito il servizio di assistenza tecnica, monitoraggio e di rendicontazione in appalto, affinchè con tali penali vengano coperti i costi del personale nel periodo di ritardo.
Al decreto di approvazione provvisoria gli Enti dovranno dimostrare il possesso del DURC e presentare le polizze fideiussorie per l'importo erogando, che quindi potrá essere corrisposto prontamente all'emanazione del decreto definitivo, consentendo -senza più scuse e alibi- agli Enti di programmare, gestire e pagare dipendenti e fornitori.
Questa è la "vera" rivoluzione dei costumi, se la si desidera. Chi sbaglia, paga. Altrimenti pagheranno sempre e solo Enti e Lavoratori.
Ma attendiamo anche il Vostro contributo.
3 commenti
Antonietta Iacono liked this on Facebook.
Col passare del tempo, finalmente tutti i nodi sono arrivati al pettine. Un disegno politico ben preciso, che all’inizio ed ai piú forse era sfuggito, ovvero l’eliminazione di una parte degli di formazione, rei solo di aver fatto “parte” della vecchia politica. A nulla sono valsi gli appelli accorati, a tratti anche allarmanti, di enti ed operatori. Il disegno, quasi fosse crono-programma, doveva essere portato a termine e cosí é stato. Solo alcune voci stonate hanno accompagnato questa ignobile azione di governo, infischiandosene delle conseguenze sociali, che ormai appaiono in tutta la loro gravitá. Adesso chi pagherá per tutto questo? Il governo? Una sola cosa è certa… continueranno a pagare i soliti noti… enti ed operatori, in attesa che venga ristabilito lo stato di diritto e non solo lo stato di dovere.
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