Nel suo tour siciliano tappa oggi pomeriggio ad Agrigento del leader nazionale di Futuro e Libertà, Gianfranco Fini, accompagnato dal riferimento regionale, Fabio Granata. Una visita di una trentina di minuti al Cine Astor, accolto da un gruppo ristretto di persone con in testa il commissario provinciale del partito, Gioacchino Asaro, che è anche assessore nella giunta D’Orsi. In prima fila in un sala, che presenta parecchie poltrone vuote, l’assessore provinciale, Francescochristian Schembri, e il vice sindaco della città dei templi, Piero Luparello. “La mia è una presenza istituzionale – precisa – per dare il benvenuto della città al presidente della Camera”.
Certo, il fresco divorzio dal Fli di Luigi Gentile, ex assessore ed ex deputato regionale, si è fatto sentire in termini di presenze e forse si farà sentire anche in termini elettorali. Ed è proprio a lui che Fini dedica le prime parole appena salito sul palco. Parole non certo al miele
“Lui è un idealista – esordisce – nel senso che aveva una sua precisa idea di come formare la lista. Gentile voleva essere candidato, garantito. Non è stato possibile ed è andato via. La politica è servizio – aggiunge – non bisogna servirsene. A questo punto è emersa la sua concezione del fare politica”.
Fatta questa premessa, il numero uno di Futuro e Libertà riserva una serie di stoccate a Berlusconi. “Lui dice che se non faremo l’ingresso in Parlamento si ubriacherà? Bene io credo – ironizza Fini – che il Cavaliere sia già ubriaco. Ci vuole faccia tosta – prosegue – nell’affermare certe cose, dare addosso anche a Monti. Il suo Pdl per 15 mesi ha sostenuto il governo del professore, ha votato i suoi provvedimenti. Adesso che siamo in campagna elettorale cambia atteggiamento per cercare di rifarsi la verginità. Ma chi batte il marciapiede ….”.
Il presidente della Camera parla poi della coalizione che ruota attorno alla candidatura del premier uscente. “Se non ci fossimo noi – spiega – sarebbe un film già visto. Noi siamo l’unica vera novità. Noi vogliamo riformare l’Italia per dare un futuro serio al nostro Paese”.
E tra gli alleati un ruolo importante ce l’ha certamente l’Udc di Casini, che alla Regione governa però con Crocetta e il Pd. “ Le dinamiche a livello territoriale viaggiano in modo autonomo – assicura Fini – dunque a prescindere dal risultato delle Politiche non succederà nulla di sconvolgente”.
D’Altronde il Fli alla Provincia regionale di Agrigento è tornato assieme all’Mpa-Pds che, a livello nazionale, fa parte dello schieramento a guida Pdl.
E a proposito di Pdl, oggi tappa nella sua Agrigento per Angelino Alfano, segretario nazionale e designato premier da Silvio Berlusconi. A seguire il suo intervento, in un albergo cittadino, una grande folla, con in testa i genitori e i candidati alla Camera e al Senato. Presente anche il deputato regionale Vincenzo Fontana. Il sipario si è alzato con la proiezione di immagini e foto che, per grandi linee, hanno ripercorso la carriera politica di Angelino, già ricca e qualificata, nonostante la sua giovane età. Nel corso della convention tocca i tempi più caldi della campagna elettorale. Quindi assicura : “Riapro la mia segreteria politica ad Agrigento. Ero stato costretto a chiuderla per evitare facili strumentalizzazioni da parte delle sinistre”. E ai tanti agrigentini presenti dice: “Ho fatto tanto per la mia città nei limiti delle mie possibilità e tanto altro voglio fare ancora”.
E sempre oggi ad Agrigento c’è stata la visita di Giorgia Meloni, cofondatrice di Fratelli d’Italia, assieme a Guido Crosetto e a Ignazio Russa: tutti ex Pdl. Meloni, accompagnata dai candidati e dal consigliere comunale di Agrigento, Lillo Pisano, parla del programma e dei valori fondanti del nuovo movimento politico “che in ogni parte del Paese – osserva – sta mobilitando migliaia di elettori che avevano perso la fiducia nella politica“.