"E' chiaro che chi non riesce a garantire governabilità al suo paese non può dire di aver vinto le elezioni. quindi noi non abbiamo vinto anche se siamo arrivati primi, questa è la sostanza ed è anche l'oggetto della nostra delusione". A dirlo è il Bersani, il primo leader che sarà chiamato da Napolitano per tentare di formare il governo
La prima parola tocca al pd, senza "disporre diplomazie con questo o con quello, la nostra intenzione è di proporre alcuni punti fondamentali di cambiamento su riforma delle istituzioni, riforma della politica, moralità pubblica e privata, difesa dei ceti più esposti alla crisi e impegno per una politica europea più rivolta al lavoro".
"Ciascuno – conclude Bersani – si prenda le sue responsabilità davanti al Parlamento e al Paese".
Ciò che dice Bersani non fa certamente a pugni con come la pensa il Movimento 5 stelle, che per molti addetti ai lavori dovrebbe essere, almeno al momento, “il titolare dell’ingovernabilità”.
“Sbaglia chi associa l’ingovernabilità – afferma Giulia Grillo, prima eletta alla Camera per la Sicilia orientale – ad un movimento di cittadini. Noi governeremo bene nell’interesse del Paese. L’ingovernabilità sarà sicuramente causata dalle azioni delle coalizioni che hanno vinto e che sono abituate a votare per partito preso. Noi voteremo nel merito delle proposte, così come avviene all’Assemblea Regionale Siciliana. Il messaggio vero è che per la prima volta dei cittadini puliti, senza soldi e senza sponsor rappresenteranno i propri elettori senza distanze”.
Bersani sembrerebbe pronto a dialogare con il M5s, ma il vecchio sistema, di destra, di sinistra e di centro, ha paura delle novità.
1 commento
Accettiamo il risultato del voto così come espresso.Ci sono dei forti elementi positivi.Elementi non nuovi per chi li ha propugnati nel tempo.I partiti smettano di configurarsi come bande,ma colgano le opinioni espresse e li trasformino in atti concreti.D’altronde la politica nella sua accezione semantica è quella di raccogliere i segni e le istanze dei cittadini.