Anche gli agrigentini, rumorosi sì ma storicamente rassegnati, si ribellano. Una ribellione manifestata attraverso il sostegno al Movimento Cinque Stelle che esce dalle urne delle Politiche con la conquista del gradino più alto del podio. In tutta la provincia ottiene il primato con quasi il 36% : all’attivo oltre 75 mila e 500 voti. Uno straodinario successo che sottolinea il disagio e il malesere della gente. Ma paradossalmente nessun “grillino” agrigentino raggiungerà Roma. Cosi come non ci saranno “grillini” in corsa in vista delle imminenti elezioni Provinciali. Non perché sarà loro vietato, sia chiaro, ma per una scelta precisa:
“Noi non parteciperemo – spiega Emunuele Dalli Cardlillo – perché vogliamo la soppressione della Province, un ente inutile. Quindi ci muoveremo di conseguenza. Cioè faremo una campagna elettorale per invitare gli agrigentini a disertare le urne”.
E sulle Provinciali, in programma a fine maggio, finiranno quasi certamente per pesare i dati sanciti dalle elezioni Politiche del 24 e 25 febbraio. Certo le Amministrative innescano altre dinamiche e poi, non è un fatto irrilevante, ci sono le preferenze. Ma i numeri sono sempre numeri. E allora cosa potrà succedere.
Il PdL, che è il secondo partito nel territorio con 50 mila 607 voti pari al 24,07%, potrà ora alzare ancora di più la voce per rivendicare la candidatura alla Presidenza. Anche perché gli alleati, in primis l’Mpa, il partito dle presidrnte D'Orsi, pronto a ricandidarsi, ha subito una battuta d’arresto: fuori dal Parlamento e nell’agrigentino ha messo assieme quasi 7 mila voti.
Stesso discorso per Grande Sud di Gianfranco Micciche, che ha racimola appena 4 mila voti in tutta la provincia. Insomma i prossimi giorni, a bocce ferme, gli approfondimenti e le analisi potranno offrire nuove e più significative indicazioni. Sul feroente opposto: il Pd si attesta sul 23,19% con poco più di 40 mila e 500 voti e i sui compagni di viaggio, Sel, poco meno di 4 mila voti, e il Megafono di Crocetta con oltre 13 mila voti pari al 7.6%.
E riflettendo lo scenario nazionale, anche nell’agrigentino la coalizione centrista ha incassato un duro colpo. La lista del professore Monti è arrivata al 4,90 con 10.331 voti, l’Udc dei due depuatti regionali, Firetto e La Rocca e con il sindaco di Agrigento, si è fermato a 6 mila voti. Tracollo per il partito di Fini, Futuro e Libertà scompare dalla politica che conta e anche nel territorio ha sommato mille e 42 voti, per lo 0,49%. Risultati che certamente sono destinati a dettare le coordinate in termini nuove alleanze e di leadership anche in vista della prossime Amministrative.