Ufficialmente le maggioranze si costituiscono per sostenere un progetto politico condiviso. Sappiamo tutti che il programma non è mai stato al primo posto, quasi sempre al secondo, dopo l’accordo sulla spartizione del potere.
Questo è stato. Viceversa come si spiegherebbero i cambi di casacca? I posizionamenti di deputati regionali e nazionali partoriti da uno schieramento e transitati altrove.
Eletti con i voti della destra e passati alla sinistra e da questa all’altra sponda, tradendo e mortificando l’elettorato.
Oggi si parla di maggioranza formata sui provvedimenti proposti di volta, in volta dall’esecutivo, lo dicono i grillini. Rispetto al passato è un male? Ci facciamo la domanda e cerchiamo di rispondere.
Votare una proposta per ordine del partito, ridurrebbe l’eletto ad un numero che sommato agli altri costituisce la maggioranza. I numeri assicurano a loro volta la tranquilla navigazione dei governanti.
L’Imu è figlia di una maggioranza che un minuto dopo essersi sciolta ha preso le distanze sulla stessa adozione dell’imposta.
Prima l’hanno approvata e dopo hanno promesso di eliminarla. C’è anche chi è andato oltre, garantendo di rimborsarla.
Ha reso più potente la casta allontanandola ulteriormente dal popolo l’attuale legge elettorale entrata in vigore il 31 dicembre 2005, chiamata dal suo stesso ideatore, Roberto Calderoli, “una porcata” e ribattezzata “porcellum” da Giovanni Sartori.
Per tutti hanno deciso i leader.
E lasciamo stare le primarie, ché poi abbiamo assistito alle pressioni per inserire i nomi di politici di lungo corso.
Le piazze, di contro, hanno funzionato nella campagna elettorale nazionale e regionale. Chiaramente, non si può essere d’accordo con Grillo che sembrerebbe non si sia accorto della fine della competizione elettorale e dell’inizio della fase di governo del Paese. Ma la piazza resta un segnale di forte ribellione contro la casta politica.
Ciò che non si vuole è il teatrino delle marionette, con pupari e pupi che hanno affossato l’Italia.
La gente non si è sentita più rappresentata in Parlamento dalle solite facce, che, nella stragrande maggioranza, hanno beneficiato della carica istituzionale senza dare un minimo di contributo alla collettività.
E’ sufficiente una veloce lettura di alcuni nomi degli eletti per toccare la violenza esercitata dai partiti sull’elettorato. Hanno reclutato numeri.
La gente, intanto, si aspetta il dibattito democratico e il libero convincimento sulle scelte politiche.
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