Una corsa contro il tempo. Martedì prossimo sarà il giorno decisivo per
potere trovare un'intesa politica sulla riforma della Province. Se giorno
cinque la Commissione affari istituzionali dell'Ars non licenzierà un
testo, il rischio è che il giorno dopo sala d'Ercole sarà costretta a
votare un disegno di legge non condiviso. L'aula, già convocata dal
presidente Ardizzone per il 6 marzo, potrebbe presentarsi cosi senza bussola e quindi potrebbe andare al voto in ordine sparso, il cui esito risulterà davvero imprevedibile. Il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, sarebbe intenzionato a rinvio le elezioni di un anno, a commissariare le Province e nel frattempo varare in assemblea di una riforma – che invece di abolire gli enti vada a ridurre i costi e riscriva le competenze. Ma Il nodo, come sottolineavamo, è che anche ieri, per la seconda volta di fila, in commissione il governo non e' riuscito a trovare una sintesi fra le diverse posizioni. “Abbiamo rinviato i lavori proprio per questo – spiega Marco Forzese, presidente della Commissione Affari Istituzionali all’Ars – in modo che ciascun componente si raccordi con il partito di riferimento. L’obiettivo è quello uscire con un testo che possa rappresentare una ragionevole sintesi. Ho parlato con il Presidente Crocetta, il quale mi ha ribadito la volontà del suo governo di lasciare libera la commissione e personalmente mi ha detto di raccogliere tutte le istanze e le esigente della varie forze per provare a mettere su un testo condiviso”.
E intanto, in attesa di capire il futuro delle Province ed eventualmente la data delle elezioni, i riflettori della campagna elettorale si accendono sui comuni chiamati al voto il 26 e 27 maggio. Nell'agrigentino sono 17. si voterà a Licata, Menfi, San Giovanni Gemini, Ravanusa, Sambuca, Grotte, Santo Stefano Quisquina, Cianciana, Alessandria della Rocca, Burgio, Calamonaci, Lucca Sicula, Camastra, Sant'Angelo Muxaro, Ioppolo.Ed ancora a Palma di Montechiaro, dopo il recente terremoto politico-giudiziario che ha portato sindaco e consiglieri comunali alle dimissioni, e a Castrofilippo. Qui si torna alle urne dopo la gestione dei commissari prefettizi che hanno preso il posto della precedente giunta, guidata da Salvatore Ippolito, arrestato nell'ambito dell'inchiesta “Family”. In questa nuova tornata certamente il test più significativo, per il numero dei votanti, è quello di Licata, anche perché è reduce da un percorso
accidentato: c'e sola la giunta in carica, mentre il consiglio comunale si era dimesso per fare spazio ad un commissario in una fase particolare della vita dell'ente coinvolto in una indagine che aveva tirato in
ballo anche il sindaco Graci.