Quella di ieri è stata una giornata importante per la Sicilia e i Siciliani.
La giunta regionale di governo ha approvato un disegno di legge per abolire le nove province dell’isola così come prevede lo Statuto Speciale della nostra Regione nei tre commi dell’art. 15 – (1) Le circoscrizioni provinciali e gli organi ed enti pubblici che ne derivano sono soppressi nell'ambito della Regione Siciliana. (2) L'ordinamento degli enti locali si basa nella Regione stessa sui Comuni e sui liberi Consorzi comunali, dotati della più ampia autonomia amministrativa e finanziaria. (3) Nel quadro di tali principi generali spetta alla Regione la legislazione esclusiva e l'esecuzione diretta in materia di circoscrizione, ordinamento e controllo degli enti locali.
In questo contesto si inserisce il voto favorevole del M5S che già aveva depositato un apposito disegno di legge in commissione. E’ noto infatti che i grillini sono stati sempre contrari al mantenimento delle province, tant’è che non parteciperanno alle elezioni provinciali laddove saranno indette, anzi faranno una campagna elettorale contro la partecipazione al voto.
Crocetta è stato di parola. Domenica scorsa, durante la popolare trasmissione televisiva “L’Arena” su Raiuno aveva annunciato il provvedimento riferendosi appunto alle prerogative siciliane legate allo Statuto Autonomo, in gran parte disattese da uno Stato Italiano restio alla sua applicazione e che per questo, ancora oggi dopo 60 anni, impedisce di fatto lo sviluppo della Sicilia.
Significativa ed inopportuna è stata la reazione della parlamentare pidiellina Biancofiore, segno questo delle forti resistenze che a livello romano esistono ancora contro il popolo siciliano, complici i tanti ascari nostrani che pur di non perdere poltrone e prebende nei santuari della politica nazionale, hanno sempre dimostrato disinteresse per la loro terra. Evidentemente forse il vento sta cambiando e stavolta stanno trovando pane per i loro denti.
Altro aspetto, a nostro avviso più rilevante, la proposta di legge di rendere da subito attuativo l’art. 37 dello Statuto che così recita: 1. Per le imprese industriali e commerciali, che hanno la sede centrale fuori del territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti, nell’accertamento dei redditi viene determinata la quota del reddito da attribuire agli stabilimenti ed impianti medesimi. 2. L’imposta, relativa a detta quota, compete alla Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della medesima.
Anche questo articolo non è mai stato applicato, facendo venir meno alla Sicilia entrate di rilevante importanza che, a detta di uno dei più grandi studiosi dello Statuto, il Professor Massimo Costa, docente di economia presso l’Università di Palermo, avrebbe potuto da solo risolvere le (male) sorti siciliane iniziate dal famigerato 1861. A cominciare dal petrolio che qui viene estratto e raffinato e che per ironia della sorte prende il largo verso il Nord lasciandoci non solo a bocca asciutta, ma con l’inquinamento dell’ambiente e il costo dei carburanti più caro che nel resto d’Italia.
La partita di giro sui risparmi ricavati dall’abolizione delle province sarà depositata su un fondo che dovrebbe garantire un reddito minimo per i più poveri. Si parla di centinaia di milioni di euro. Inoltre nella stessa seduta della giunta regionale è stato deciso di emettere i trinacria bond che serviranno a pagare i debiti della regione soprattutto verso le piccole e medie imprese che potrebbero così riprendere un circolo virtuoso di produttività consentendo anche il reintegro di migliaia di lavoratori e il conseguente pagamento degli stipendi.
Cancelleri, del M5S, ha già dichiarato che il suo gruppo non si tirerà indietro di fronte a soluzioni che vanno nella direzione di risollevare la Sicilia dalla palude di degrado in cui versa. I problemi potrebbero venire dal PDL che ha dichiarato, per bocca del segretario nazionale (e siciliano) Angelino Alfano che in una conferenza stampa a Palermo ha affermato che il successo (sic!!!) alle elezioni politiche del suo partito impone il riassetto se non il ritorno alle urne dei siciliani. A partire dalle prossime provinciali previste per Maggio.
Di rimando il Governatore Crocetta, che ha già tacitato il suo PD, ha detto che se il decreto sull’abolizione delle province non potesse essere approvato in tempo, ha pronto un piano per il rinvio delle elezioni e la nomina di commissari. Il M5S ha comunque fatto sapere di essere contrario ad un rinvio e favorevole all’approvazione immediata della legge anti province.
6 commenti
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Bravissimo Presidente Rosario Crocetta e bravi i Grillini che appoggiano con tanta decisione il Presidente e la Sicilia.