"La crisi mette in ginocchio le imprese agricole che a fatica stanno sul mercato. Il calo del valore aggiunto del 4,4 per cento registratosi lo scorso anno è la conseguenza dei problemi che colpiscono gli agricoltori che si ritrovano a pagare bruscamente i costi record sui campi, l’effetto dell'Imu e le conseguenze del maltempo. Una situazione estremamente difficile che necessita di un intervento immediato da parte del nuovo governo e del nuovo parlamento al fine di ripristinare l'inversione di tendenza che ha subito il settore primario e soprattutto l'attuazione di una strategia che guardi seriamente all’agricoltura e all’agroalimentare".
Lo afferma Nicola Perricone Presidente regionale di Acli Terra in merito alla crisi che ha colpito il settore agricolo. L'associazione professionale agricola contesta anche l'accordo di scambio tra Ue e Marocco: "Le misure di liberalizzazione favoriscono largamente i flussi di importazione penalizzando il Made in Sicily anche in tema di qualità e di igiene. È chiaro- prosege – che con i nostri costi di produzione, rincarati a dismisura, non ci potrà mai essere reciprocità con i Paesi in via di sviluppo". Per questo Acli Terra chiede una struttura di controllo che vigili sulla qualità dei prodotti provenienti dai territori degli stati membri per evitare eccedenza dell'offerta ma anche che assicuri il rispetto delle disposizioni igienico sanitarie sui prodotti ortofrutticoli in ingresso.