Ci scrive il primo cittadino “Solo per fare una precisazione, senza entrare nel merito. La notizia è priva di fondamento, in quanto non è stata finora presentata, discussa ed approvata nessuna mozione che impegni il sindaco e l’amministrazione comunale a fare i passi necessari presso Girgenti Acque per bloccare i tagli delle prese idriche”.
La notizia priva di fondamento è riferita all’articolo di giorno sette scorso dal titolo “Bollette Girgenti acque- Il Consiglio comunale chiede l’intervento del Prefetto e del Governo regionale”.
Il pezzo pubblicato riporta, eccezionalmente per il nostro giornale, un copia incolla della mozione nella quale “il Consiglio comunale invita “il Sindaco e l’Amministrazione comunale a esperire tutte le attività amministrative per la tutela dei nostri concittadini contro l’azione dei tagli delle utenze idriche effettuate da GIRGENTI ACQUE, a tal fine i sottoscritti chiedono al Sindaco un intervento presso Sua Eccellenza il Prefetto, il Governo Regionale e la commissione attività produttive dell’Assemblea Regionale…”
Dicevamo che non è abitudine della redazione di Siciliaonpress utilizzare il copia incolla, ma per nostra fortuna in questa occasione ne abbiamo fatto uso.
Quindi un documento c’è. Non solo, sullo stesso ci sono dodici firme.
Certamente, noi diamo più valore alla sostanza e non alla forma. Nella sostanza c’è una mozione. Se, di contro, vogliamo attaccarci al pelo nell’uovo lo troveremo invocando, come una sorta di sfida, l’approvazione del Consiglio comunale.
Come dire, ho tutti i sintomi della febbre, ma se non l’attesta il medico dovrei sostenere di non averla.
La notizia, per quanto ci riguarda, a questo punto non è infondata.
Nel rispetto dei lettori che ci consentono di tenere aperta la nostra pagina, andiamo oltre le cose scritte, citando le cose dette dal sindaco.
Domenica scorsa abbiamo avuto il piacere di incontrare Manganella, che, in riferimento al suo commento scritto, ci ha anticipato le sue conclusioni sulla mozione oggetto dell’articolo “incriminato”. A parere del capo dell’amministrazione la forma deve essere rispettata e una mozione è tale solo dopo l’approvazione del Consiglio comunale, prima di allora è una sorta di carta straccia. Non ha avuto problemi ad informarci che nessuno avrebbe firmato il documento.
Apprendiamo stamattina che c’è tra i firmatari qualcuno che vuole fare marcia indietro.
Ora, ogni consigliere comunale o amministratore è libero di scegliere il miglior metodo per difendere i diritti della collettività. L’importante è prendere, comunque, un’iniziativa.
Sasà Manganella ha invitato tutti, consiglieri e assessori, a mettersi le mani in tasca è offrire come soluzione al problema la rinuncia ad un mese di indennità politica. Nessuno, tranne Rifondazione comunista, ha risposto con un minimo cenno favorevole o contrario alla sua proposta.
I capigruppo consiliari si sono riuniti per proporre la particolare mozione. Adesso c’è chi non vuole firmare e tra i firmatari chi vuole ritirarsi. Arriverà, comunque, nell’aula Falcone Borsellino e si vedrà chi la voterà.
Ancora. In una città normale le accuse del sindaco riferite al “pigliare” da parte di alcuni consiglieri comunali avrebbero avuto un qualche riscontro, a Favara che città normale non è, tutto passa come se si trattasse di aria fresca.
Del fenomeno povertà e pagamento dei servizi essenziali non si interessano neppure le parti sociali.
Ora, tanto di cappello per le persone perbene coinvolte nella politica locale, ma cosa si deve pensare sugli invertebrati che pure ci sono?
Cosa si deve pensare sulla lotta che vede contrapposti gli stessi difensori del popolo che dovrebbero trovare l’intesa puntando a risolvere il disagio dei favaresi?
Concludo confermando che Siciliaonpress non ha dato notizie infondate, ché infondata, almeno al momento, è l’azione politica. Infondata nella sua improduttività.
Per fortuna la povera gente è rassegnata e non bada alle porcherie. Ha il problema di arrivare a fine mese, che si somma ai tanti dell’esistenza. E’ povera ed è seria ed è quella che paga Girgenti acque senza pigliare nulla, neppure un servizio adeguato e corrispondente a quanto stabilito nel contratto che regola il rapporto tra l’azienda e l’Ato.
1 commento
C’è quella parte di gente povera, la quale, dopo lo stacco, si vede costretta all’abuso. A quell’abuso di allacciarsi, togliendo anche i sigilli messi dal gestore. C’è pure chi preferisce spendere i soldi per “altre cose”, abbonando il dovuto per l’acqua.
Ora, sapendo che comunque il gestore ha già risolto a monte il problema, col fare arrivare meno acqua, forse calcolata sul vero introito che si ha a Favara con le bollette, caro Direttore e cari lettori: non pensate che gli unici veramente non cautelati sono coloro che hanno sempre pagato???
Cosa dovrebbe fare la parte sociale???