I 194 emendamenti presentati in commissione affari istituzionali non sono stati presi in esame, così come non è stato valutato il maxi-emendamento messo a punto dal presidente dell’organismo parlamentare Marco Forzese. Alla fine a sala d’Ercole è arrivato il testo varato dal governo. Ci sarà tempo comunque fino alle ore 18 di venerdì per depositare le modifiche. Poi nel pomeriggio di lunedì, quelle ammesse, approderanno in Commissione per un parere che non sarà vincolante. Martedì quindi si tornerà in aula.
“Forse a qualcuno in questo parlamento sfugge un particolare: i siciliani ci guardano, l’Italia ci guarda, abbiamo tutti gli occhi puntati addosso. Dunque, le cose sono due: o sciogliamo le Province, o tanto vale sciogliere l'Ars. Se la riforma dovesse affondare, saremmo travolti tutti”. Lo ha detto Antonello Cracolici, deputato del gruppo PD all’Ars, intervenendo in aula durante la discussione generale sulla riforma delle Province.
E sulla vicenda prende posizione l’europarlamentare e vicepresidente della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo, Salvatore Iacolino del Gruppo PPE.
“Nonostante gli strombazzanti annunci fatti dal Governo regionale sull’abolizione delle Province in Sicilia – afferma l’esponente di Grande Sud – prendiamo atto che non sembrano maturi i tempi per approvare con sollecitudine una vera e propria riforma organica dell’Ente Provincia – capace di coniugare risparmi ed efficienza. I continui tentennamenti, gli annunci, i balletti avanti e indietro legati ai profili di incostituzionalità, anche nella stessa maggioranza che sostiene Crocetta, puntano di fatto a dilatare i tempi per garantire almeno un’altra tornata elettorale provinciale. In un momento in cui i cittadini esigono un drastico taglio agli sprechi e ai costi della politica, la volontà di fissare al 31 dicembre di quest’anno il termine entro il quale l’Ars dovrà approvare la definitiva soppressione suona come ritirata strategica con il chiaro obiettivo di prendere tempo con il rischio di creare un caos istituzionale senza precedenti e problemi legati alla pulizia, alla gestione dei rifiuti, alla manutenzione delle strade, alla solidarietà sociale ed alla gestione degli immobili relativi agli istituti scolastici superiori. Al contempo, nell’ambito della ventilata Riforma l’obiettivo di eliminare sprechi e conseguire risparmi effettivi dovrebbe necessariamente tenere conto del personale fino a oggi in carico alle Province, valorizzandone professionalità e competenze. Probabilmente serve una profonda riflessione prima di rinunciare definitivamente ad un ente che – seppur con tutti i limiti riconosciuti – ha rappresentato un punto di riferimento in settori essenziali della vita pubblica e non può essere sostituito da liberi consorzi di comuni di non agevole attuazione” – conclude Salvatore Iacolino.