Da mesi era un nome che leggevo spesso, spuntava in molte bacheche dei miei amici, ma era una persona a me sconosciuta. Sapevo essere un mio compaesano, lontano fisicamente ma sempre molto vicino e presente tramite i vari commenti ai post degli eventi che man mano si verificavano sia in paese che in Sicilia o in Italia. Sempre cordiale, disponibile con tutti e con tanti “contatti” fra le persone della sua infanzia, che, ho poi saputo, ha sempre continuato a frequentare sia ritornando spesso in Sicilia, che, da lontano, sul social network Facebook. Un giorno, complice un mio scritto che volevo fargli conoscere, l’ho contattato e, dopo l’ormai consueta “richiesta d’amicizia”, ci siamo scritti, tramite messaggi e chat, scambiandoci informazioni, impressioni e opinioni. Ma è stato subito dopo aver letto il suo profilo, che ho ritenuto opportuno far conoscere, promuovere e al contempo valorizzare la storia del sabettese Mimmo Mangione, uno di noi, un uomo della nostra terra, una delle tante persone emigrate negli anni, che, però, ha saputo trovare fuori dall’Italia quell’”humus” congeniale alle sue esigenze culturali e aspirazioni artistiche, fino all’onorificenza di cui è stato insignito il 22 agosto scorso. La sua storia è un esempio di come l’italianità, e la sicilianità, nel mondo, sottoforma di passione, impegno e tanta fantasia, siano sempre fortemente apprezzate. Le stesse peculiarità, infatti, che hanno fatto, e fanno, del made in Italy un marchio di sicura qualità e di assoluto rilievo artistico e culturale. Qui di seguito, si riporta l’intervista integrale che il cavaliere Mimmo Mangione ha concesso per i lettori di siciliaonpress.com.
Ciao Mimmo, iniziamo da un episodio personale: come mai ti sei trasferito in Australia? E quando?
Mi sono trasferito in Australia alla fine del 1982. Sono partito da Santa Elisabetta (paese in provincia di Agrigento N.d.A.) in una triste e fredda mattina di dicembre. Ricordo ancora l’odore del caffè che mia sorella Maria Assunta stava preparando in cucina, le lacrime di mia madre! Quel giorno, il nostro piccolo paese mi parve – chissà perché – molto più triste di quello in cui avevo vissuto parte della mia vita, fino a quel momento. Le ragioni per una partenza sono sempre molteplici, non se ne può mai indicare una sola, sono tante e te le porti dietro dentro l’anima come un pesante fardello per tutta la vita ed è difficilissimo farne un elenco!
Adesso, sono qui, vivo in una terra sana e fertile che mi ha dato tutte quelle possibilità che una vita intera vissuta in paese, non mi avrebbe mai dato: non ho rimpianti! Sognavo, capisci? Da bambino, sempre e ad occhi aperti, di giorno e di notte. La fantasia non mi dava mai un attimo di tregua, la possibilità di riprendere fiato. Non si deve mai fermare la propria fantasia, bisogna sempre tenerla sveglia e viva dentro di se stessi!
Come si fa a vivere senza aver realizzato almeno uno dei tanti sogni, custoditi nel proprio cuore? Un sogno, uno solo magari, degli altri non m’importa! Ho realizzato uno dei miei sogni, poi un altro e poi un altro ancora…
Capisco. L’interesse per il teatro è nato in Italia o in Australia?
L’interesse per il teatro è nato…chissà quando! Ricordo che da piccolo rimanevo incantato guardando in televisione le commedie, i drammi, i grandi personaggi del teatro. Rimanevo a bocca aperta affascinato dal modo, dal manierismo di questi attori, dalla maschera facciale, dalle mille espressioni: la possibilità di dare vita, corpo e anima a una creatura nata dalla fantasia di un autore. Mi sono innamorato degli autori di teatro come Gasmann, Randone, Albertazzi, Moretti, Cervi, Lionello, Lavia, Sthreler, Carraro e Turi Ferro. Ho iniziato a “recitare” nel 1969, a scuola, poi ho preso il “vizio” e non ho più smesso.
Lì, in Australia, come hai iniziato a fare teatro?
Nel 1983 fui chiamato a partecipare al Festival delle Arti di Melbourne, recitando un ruolo brillante in una commedia di De Benedettis intitolata “Buonanotte Patrizia”. Poi sono arrivati Molière e Dario Fò, la regia per Shakespeare, la richiesta da parte del Conservatorio di Melbourne di fare la direzione teatrale di opere liriche, la mia partecipazione all’ International Festival of the Arts, in qualità di attore, regista, mimo, esperto in Commedia dell’Arte: il tutto fino a Pirandello! Comunque, per colpa di Nardu (personaggio principale della pastorale che il 6 gennaio di ogni anno si svolge nel paese di Santa Elisabetta, N.d.A.) – volevo infatti capire da dove venisse, quando era nato e perché – sono diventato, dopo anni di studio e ricerche, un attento conoscitore delle maschere e della Commedia dell’Arte.
continua…
Antonio Fragapane