Nonostante il deficit numerico, Pid Cantiere Popolare e Grande Sud resteranno in vita a sala d’Ercole: hanno infatti richiesto e ottenuto la deroga. A concedergliela il Consiglio di Presidenza dell’Assemblea regionale siciliana con il solo voto contrario del vice presidente vicario, Antonio Venturino, del Movimento Cinque Stelle. Deroga necessaria dal momento che entrambi i gruppi sono scesi sotto la soglia minima dei cinque deputati. Quella, che fa riferimento al leader Saverio Romano, è composta da 4 parlamentari, mentre quella, che fa capo a Gianfranco Miccichè, è scesa a tre. E tra le file, a sorpresa, c’è l’indipendente Michele Cimino, il quale, in contrasto proprio con il leader degli arancioni, ha già fondato un suo Movimento “Voce Siciliana” e si è recentemente avvicinato alle posizioni del Governatore Crocetta.
E questa decisione di concedere la deroga ha innescato subito reazioni e polemiche. Si è affrettata a prendere una dura e netta posizione il Codacons.
“L'ennesima risoluzione vergognosa ai danni delle tasche dei contribuenti e a solo vantaggio della solita casta – si legge nella nota – questo significa, come sempre, un esborso di notevoli quantità di denaro e il mantenimento di una casta che non viene scalfita nei fatti, nonostante le promesse. La deroga, anche se non all'unanimità, è stata infatti sottoscritta dalla grande maggioranza dei deputati”.
Il Codacons – continua la nota – non ci sta e chiede all'Ars e al presidente Crocetta di intervenire per bloccare questa vergogna e di ridurre gli stipendi di tutti i deputati, facendo seguito alle richieste che vengono ormai da tutte le parti sociali in Sicilia e che rispecchiano la stanchezza di un popolo che non si sente rappresentato, ma derubato dai suoi stessi politici. Una manifestazione di consumatori sarà altrimenti organizzata, una sorta di "marcia a Palermo" contro gli sprechi e i privilegi dei soliti. In merito a questa vicenda il Codacons – conclude la nota – studia un'azione legale a tutela dei soldi dei contribuenti e di interessare la Corte dei Conti per quello che si ritiene essere l'ennesimo caso di sperpero di denaro pubblico”.