Le lotte per la conquista del castello a Favara rivivono oltre il Medioevo e arrivano nel terzo millennio.
E se in passato conquistare il castello Chiaramonte non è stata, l’aspirazione di molti, oggi c’è chi lo vuole “occupare” mentre altri sono intenzionati a difenderlo.
I panni del conquistatore, in questa storia fuori dal tempo, li indossa il notaio Bartoli, uomo di cultura, appassionato d’arte moderna, quelli del difensore il vicesindaco e assessore alla cultura, Carlo Fanara, con lui il dottore Filippo Sciara, collaboratore per diversi anni dell’Istituto di arte medioevale della Sapienza, esperto di livello internazionale della storia di Federico II.
Il sindaco ha nominato il notaio Bartoli consulente nel campo della cultura e gli ha dato l’incarico di direttore artistico del castello
Bartoli, dal canto suo, non ha perso tempo e immediatamente dopo avere ricevuto l’investitura di Manganella ha messo le mani sul maniero per iniziare a trasformarlo in un museo di arte moderna.
Al tentativo di conquista si contrappone la difesa del vicesindaco Fanara, che scrive, con garbo ma con forte determinazione, allo stesso Andrea Bartoli e al sindaco.
“Ho partecipato – si legge nel documento di Carlo Fanara – con vivo interesse alla nomina da parte del sindaco della S.V. come consulente per il castello chiaramontano.
Ho apprezzato tale decisione in quanto considero la S.V. persona di ingegno e di alta capacità organizzativa. I Sette Cortili sono una prova di grande inventiva e di capacità di attrarre persone sul nostro territorio”.
Fatta la dovuta introduzione riconoscendone i meriti, il vicesindaco passa alle bacchettate.
“Devo, però, soggiungere che ritengo che il modello Sette Cortili non possa essere applicato al Castello in quanto trattasi di realtà estremamente diverse essendo quest’ultimo un pregevole monumento storico artistico di proprietà della città di Favara e non certo dell’amministrazione pro-tempore, che pertanto, va tutelato, garantito, protetto e valorizzato”.
Mazzate per tutti, pure per Manganella al quale gli ricorda di essere il sindaco pro-tempore non proprietario del castello.
E se le mazzate per Manganella sono terminate, per Bartoli ne ha ancora un vagone.
“Ho appreso, con vivo stupore, che la S.V. ha autonomamente iniziato delle personali operazioni che vanno ad influire sullo status attuale del castello utilizzando personale dell’Assessorato.
Ciò non mi trova d’accordo nella mia qualità di Assessore alla Cultura e pertanto responsabile del castello.
Come non può sfuggire alla S.V., persona di alta cultura e di notevole capacità giuridica, un consulente non può autonomamente assumere iniziative operative, ma è buona norma che si confronti preventivamente con l’organo amministrativo al quale, poi, spettano le necessari decisioni e le conseguenti responsabilità che ovviamente non vanno a toccare di norma, salvo in casi eccezionali, i consulenti”.
Sono parole pesanti come macigni che bocciano senza appello il notaio Bartoli.
Intanto, Fanara, prefetto in pensione, e Andrea Bartoli notaio non sono politici di mestiere abituati a parlare senza una effettiva pesatura delle parole dette e ascoltate.
Carlo Fanara critica Bartoli che, a questo punto, dovrebbe rinunciare a qualsiasi incarico ricevuto dall’amministrazione comunale. Viceversa, un suo restare svuoterebbe di valore le affermazioni di Carlo Fanara e metterebbe in discussione il suo peso politico di assessore e di componente della Giunta di Manganella.
Se Bartoli resta, Fanara dovrebbe fare le valige.
A tal proposito, cancella qualsiasi dubbio la stessa conclusione del documento che evidenzia come non si possa affidare ad un solo consulente il castello Chiaramonte, mentre dovrebbe essere gestito “collegialmente con i titolari della funzione amministrativa che in ultima analisi rispondono alla collettività e alla Storia che va scritta ogni giorno avendo presente l’interesse pubblico della nostra popolazione”.
Abbiamo chiamato il sindaco Manganella per ascoltare le sua opinione, quella che maggiormente conta, ma la vuole affidare alla conferenza stampa organizzata per sabato prossimo. Sabato si conoscerà il futuro utilizzo del castello, si saprà, in particolare, se sarà la sede di un museo di arte modernà o se continuerà a fare il suo "mestiere" di castello.
Oppure Sasà Manganella dovrà trovare una “terza soluzione” buona ad accontentare il vicesindaco e il notaio.
13 commenti
Io dico invece che Bartoli fará grandi cose!!! Fiducia!!!
In cosa consiste il "mestiere" del Castello?!?! Se dovrebbe continuare in quello fatto fino ad adesso, il suo "mestiere" dovrebbe consistere nell'ospitare passerelle per modelle e politicanti. Direttore Pullare, forse lei è abituato a farle le domande, non a riceverle, ma mi permetta di porgergliene qualcuna: lei pensa che quello svolto fino ad ora sia il giusto ruolo del Castello? Crede che sia stato valorizzato adeguatamente? Crede che il Castello abbia ripagato (non esclusivamente nella forma pecuniaria del termine) adeguatamente gli sforzi per il suo mantenimento?
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Rosario, risponderò alle sue domande sabato prossimo dopo averle girate al sindaco e al notaio Bartoli, all'interno della conferenza stampa.
Evidentemente qualcuno giudica più interessante l’idea di lasciare il castello come mostra permanente della polvere e dell’immobilismo. Ah, se riuscissimo a guardare al di là del proprio naso!
Esatto. la domanda corretta è : qual’è il ruolo del Castello ? Il Notaio Bartoli, non è uno sprovveduto e non è l’ultimo arrivato. Credo che bisogni dargli fiducia, dimostrazione ne è, l’operato in questi anni della Farm e dei progetti connessi, nonchè della forte eco nazionale ed internazionale che ha saputo attirare su Favara. Certo, in linea teorica, Fanara, potrebbe avere ragione, il Castello, ovviamente è un bene di proprietà della Città e non di un’amministrazione ma, credo che posta così, la cosa, risulti un’altra delle sterili polemiche politiche a cui Favara e la sua popolazione, sono tristemente abituati. Quale sarebbe il corretto modo di utilizzo del Castello ? Spero che, sabato, questo ed altri quesiti, potranno essere chiariti. Non vedo poi, il perchè dell’out-out, o l’assessore o il consulente, credo anch’io che, come tutti sappiamo, Bartoli, ed il suo staff, abbiano le capacità (ormai confermate da successi comprovati) di fare grandi cose, basta solo aver il “Coraggio” di osare…
Largo all’arte e all’architettura contemporanea (contemporanea si scrive, non moderna) e alle nuove pratiche di risposta alla crisi economica, sociale e culturale che ci attanaglia!
I musei impolverati hanno contribuito a creare lo stagno intellettuale in cui arranchiamo e ad allontanare le persone dal bello e dalla storia. Il “mestiere” dei castelli è entrato in crisi tanto tempo fa (fortunatamente) perchè accanirsi tanto?
Servono idee contemporanee, conferenze su temi attuali, nuovi stimoli per un turismo giovane e cosmopolita. Trasformate il castello in quello che vi pare, ma trasformatelo!
E per favore, cari mezzi di informazione, evitate di buttare benzina sul fuoco delle polemiche.
Cari saluti
Luigi Greco
Forza Bartoli! hai la città dalla tua parte da quello che sento in giro.. Vai avanti a testa alta! A trovarne come te..
Il Notaio se ha accettato questa nomina sono certa ” che sa cosa sia e che cosa debba fare”, la verità è un’altra, l’invidia è una brutta bestia e i Favaresi non solo non sanno fare ,ma non fanno fare, perchè sono tutti BRAVI A FARE SOLO SE c’è un ritorno di denaro, perchè si lavora per scopo di lucro e non per il bene del paese.
Purtroppo è sempre la solita storia: pur di non premiare la progettualità di uno solo, si rinuncia all’ effettiva possibilità di crescita economica oltre che culturale. Ma il vicesindaco in questione sa quanto un museo di arte contemporanea possa dare prestigio ad un paese come il vostro? Io non sono di Favara, ma la scorsa settimana sono venuta a dare un’occhiata attratta dal farm cultural park. Di questo castello ne apprendo l’ esistenza solo ora, mea culpa, se no magari andavo a visitarlo. Però vorrei fare un paio di considerazioni prima di chiudere: la prima è che Favara è veramente un luogo deprimente da un punto di vista esteticoo e architettonico e quando sono entrata nei sette cortili mi sono sentita decisamente meglio. La seconda è che dovreste ringraziare Dio che un privato utilizzi il suo tempo e soprattutto i suoi soldi per migliorare un luogo che ne ha davvero tanto bisogno. La scelta di un castello medievale per un museo di arte contemporanea è davvero, a mio avviso, un’idea valida che mi attrae da turista e fruitore dell’ arte, non capisco come un assessore alla cultura non ne sia consapevole. Se poi il castello in questione, è una di quelle camere con le poltrone di velluto rosso, deputate da secoli all’utilizzo saltuario da parte di politici e signorotti – cosa della quale non mi stupirei vista la collocazione geografica del luogo- allora non c’è nient’altro da dire se non che come al solito – come dite voi?- il signore dà il pane a chi no ha i denti ma, e soprattutto, occupare mi sembra un’ottima alternativa all’ignoranza e alla poca lungimiranza di un’amministrazione che non capisce o, peggio, che non vuole capire le ragiono della cultura.
il Castello ha bisogno di persone come il Notaio Bartoli ….forza andiamo avanti e il Vicesindaco Fanara prima di criticare altri ci dica cosa ha prodotto lui in questi mesi da viceSindaco o cosa ha da proprorci in alternativa,forse lui vive da poco a Favara e non sa che il Castello è stato sempre abbandonato quindi onore e merito a chi vuole rivalurarlo.
Finora tutte le amministrazioni che ci sono state non hanno dimostrato di avere le competenze adeguate per gestire il Castello, per renderlo una vera e propria attrazione turistica alla stregua di qualunque altro monumento di questo livello.
Sono d’accordo con il sindaco nel riconoscere tale limite e nell’affidare finalmente la direzione artistica ad una figura professionale esterna che conosce molto bene il mondo della gestione culturale, che ha una visione aperta e all’avanguardia, volta ad un pubblico con esigenze contemporanee.
Finora nel Castello è mancato il minimo che si potrebbe pretendere da una attrazione turistica che si rispetti, da un’adeguata accoglienza per il pubblico, che vada dall’avere a disposizione una guida personale o una semplice guida cartacea, un percorso programmato con dei panneli esplicativi, didascalie nelle sale ecc. C’è una mancanza di identità nella scelta dei contenuti, all’interno si può trovare di tutto, non cè una programmazione annuale di eventi e iniziative di spessore culturale, (se non improvvise presentazioni, esposizioni di ogni genere ecc). La preziosa collezione di animali impagliati da anni non ha ricevuto nessuna cura, è stata letteralmente abbandonata al totale degrado, causando una grave perdita di un patrimonio importante. La mostra dell’artista Pasquale Farruggia, se doveva essere una mostra permanente, necessitava di un allestimento museale oppurtuno. Difficilmente mi sono trovato a visitare mostre dove le opere erano poggiate su dei piedistalli precari e assolutamente inadatti per l’istallazione di una tela, dova manca il nome dell’artista, dove le opere non sono illuminate (se non con la luce solare che batte per diverse ore al giorno, e tra qualche anno le tele necessiteranno di un restauro…), potrei continuare all’infinito…
Soltanto questi pochi punti denotano una totale macanza di competenze in merito alla grestione e alla valorizzazione dei beni culturali. Il Castello è un patrimonio che pochi comuni hanno, e potrebbe essere una grande risorsa se si inizia a vederlo come un bene dell’intera città di cui noi cittadini, che soprattutto turisti e visitatori esterni, possiamo adeguatamente fruire.
Forza Bartoli, la città è dalla tua parte. Spero che l’amministrazione abbia il coraggio di credere nella cultura e confidare in te!! Spero di poterti conoscere presto!
Mi pare che il CASTELLO sia, finalmente, finito in buone mani….affidato ad una persona credibile e qualificata come il dott. Bartoli….che, con le sue iniziative ed intuizioni, potrà ancora di più aiutare Favara a crescere dal punto di vista culturale e socio-economico….. Anziché critiche sterili e preconcette, credo che piuttosto bisogna affiancarlo validamente, per aiutarlo a comprendere ancora meglio la particolare sensibilità delle “gente favarese migliore” (in stragrande maggioranza !)….e così calibrare tutto ad una città come Favara che, nel panorama agrigentino, forse è un “unicum” di tante positive potenzialità che hanno bisogno di essere correttamente interpretate e sviluppate…in tutti i settori, ….compreso quello etico – religioso….AUGURI dott.Bartoli !
Leggo: “Devo, però, soggiungere che ritengo che il modello Sette Cortili non possa essere applicato al Castello”
….
Ma davvero vogliamo mantenere e difendere il Modello: “i turisti arrivano e le stanze sono chiuse tranne quella degli uccelli impolverati mentre i custodi guardano la televisione” ?
Falcone ha detto “in Sicilia si muore perchè si è soli”, ma non sarà sempre così. In Sicilia si muore se si ha paura, paura di cambiare, paura di esprimere le proprie idee, paura di creare, paura di mettersi a nudo, paura di crescere, paura di restare …
Forse questo notaio ci sta dando una bella lezione di coraggio.
Non sarà forse proprio questo IL MODELLO di cui abbiamo bisogno?