Dal tavolo tecnico tenutosi lo scorso 15 marzo presso la scuola ‘Giovanni Falcone’ dello Zen e convocato dall’assessore Nelli Scilabra sono emersi alcuni elementi sui quali sembra verrà impostata la ormai tanto agognata e più volte ipotizzata, riforma del settore della formazione professionale.
Proviamo a sintetizzarli:
-istituzione di un tavolo tecnico i cui lavori saranno articolati in 4 sottocommissioni
(analisi dei fabbisogni formativi del territorio; semplificazione delle procedure e dell’apparato burocratico dell’Assessorato; obbligo formativo; sistema di tutele dei lavoratori impegnati nelle attività),
– ritorno alla L. 24/1976,
– semplificazione della macchina amministrativa,
– modifica del sistema di accreditamento,
– ‘piano giovani’.
Ottimo … in teoria! In pratica chiediamo: Quando? E come?
Gli stipendi degli operatori del settore in Sicilia sono finora legati all’erogazione da parte dell’Amministrazione dei finanziamenti connessi ad un paio di avvisi (19 e 20) e, proprio rispetto alle modalità di erogazione degli acconti, i predecessori del nostro Assessore hanno scatenato il far west, stabilendo di derogare alla norma (Vademecum UCS), e il Governo in carica, forse anche a ragione, ha attivato una serie di procedimenti di rotazione del personale che hanno determinato la paralisi, o quasi, dell’intera macchina.
Il risultato? Gli Enti sul lastrico e i loro dipendenti alla fame.
Non raccontiamocela! Certo molti enti di formazione hanno natura di impresa e come tali dovrebbero farsi carico degli stipendi dei propri dipendenti. Ma se l’attività primaria di quelle imprese è erogare attività formative e il personale è integralmente impegnato sull’attuazione dei progetti finanziati dalla Regione, da dove dovrebbero spuntare i soldi per pagare gli stipendi? D’altra parte ci chiediamo come sia accaduto che l’Amministrazione regionale abbia bandito un piano TRIENNALE, ne abbia approvato uno annuale, e non sia riuscita a reperire i fondi neppure per quello! Sebbene si tratti di Fondi Comunitari, rispetto ai quali non si registrino avanzamenti della spesa. E che cosa intende fare nell’immediato questa Amministrazione? Con quali tempistiche intende dare corso ai dichiarati propositi di riforma? In che modo intende tutelare i lavoratori? Non sarebbe utile provare a garantire la continuità dei piani formativi con la pianificazione delle attività a venire? E non è già tardi?
E, per quanto ci trovi del tutto concordi, ci sembra forse un po’ troppo facile dire “si torna alla L. 24”, ma dove sono gli avvisi per la definizione dei piani formativi 2013, 2014, etc.? E dove sono le risorse? Ci duole ricordare che, a ridosso della conclusione delle attività, SOLO FORMALMENTE/NOMINALMENTE, finanziate a valere dell’Avviso 20 (termine previsto al 7/6/2013), l’Amministrazione non ha ancora provveduto ad erogare gli acconti con le tempistiche previste dalla norma (cfr. Vademecom UCS – Art. 3.3 “A seguito dell’avvenuto avvio delle attività corsuali […] l’erogazione della prima anticipazione della sovvenzione, pari al massimo al 50% dell’importo finanziato e comunque nei limiti previsti dall’Avviso di riferimento”; art. 4.7 “la seconda anticipazione al raggiungimento del 40% nell’erogazione delle unità standard autorizzate […] per un importo complessivo fino all’80% della sovvenzione approvata”), né ha fornito alcuna indicazione nel merito.
Fonte: http://palermo.blogsicilia.it/la-scilabra-annuncia-la-riforma-assessore-ma-come-e-quando/173758/
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