Su tutti i portoni dei negozi, chiusi da decenni, che si affacciano sulla Piazza Cavour sono comparsi striscioni con annunci di prossima apertura di libreria, centro benessere, gelateria, centro linguistico, cinema, pizzeria e l’elenco è lungo.
Una sana provocazione che arriva, persino, a commuovere chi, oggi, con i capelli bianchi ha creduto in una città ricca di vita, mentre ha dovuto confrontarsi con le logiche di sistema che riempivano la Freccia del sud.
Ha dovuto confrontarsi con il cimitero delle iniziative e con chi ha fatto la sua fortuna sfruttando proprio le logiche del sistema.
Non conosco chi ha ideato la sana provocazione e chi l’ha massa in atto, ma ci ha mostrato il paese che vorremmo.
Purtroppo, la voglia di riscatto dei giovani e della gente ha una velocità diversa e superiore da quella della politica e non mi riferisco solo a quella locale.
Nella piazza, recentemente, hanno aperto nuovi esercizi commerciali, altri, al di là della odierna provocazione, si apprestano a farlo. Ciò che si aspetta è un migliore utilizzo del castello capace di attirare il turismo.
Il castello c’è, c’è il privato e pure la gente che crede in un possibile rilancio del centro storico.
Occorrono le scelte coraggiose e chiare della politica, le uniche capaci di tutelare con atti ufficiali, il castello, il privato, i giovani e la gente.