DAL CASTELLO AL CASTELLO 15 ANNI DI STORIA E DI LAVORO PER LA CULTURA ED IL CENTRO STORICO.
Mimmo Russello
In questi ultimi giorni abbiamo assistito ad una lunga ed in parte anche interessante discussione sulla legittimità (in ordine alla regolarità o meno degli atti amministrativi adottati dal comune di Favara per la nomina dei propri consulenti e del direttore artistico del Castello, che dovranno per il futuro collaborare l’amministrazione attiva) ed opportunità (riguardante il merito delle iniziative) di assegnare (in via esclusiva?) al dott. Andrea Bartoli ed allo staff del Farm Cultural Park la gestione del vecchio ristrutturato maniero medievale per destinarlo ad iniziative culturali moderne ed innovative, da alcuni studiosi favaresi, in parte anche prestigiosi e rispettati, ritenute però in forte e stridente contrasto con l’identità storico-culturale del prezioso immobile comunale.
Io non entrerò, con questa nota, in tale vicenda per spiegare la mia posizione, ma ciò che mi preme è precisare che, diversamente da quanto più volte ho sentito dire e scrivere da più parti in questi giorni, i Sette Cortili non sono certo l’unica azione culturale che si è realizzata a Favara negli ultimi quindici anni e che quello che si vuol fare adesso al Castello non è l’unica iniziativa che si è pensato di realizzare nel Maniero negli ultimi 15 anni a questa parte degna di nota.
Premetto, a scanso di equivoci, che sono favorevole e mi adopero verso tutte quelle progettualità che hanno l’obiettivo di migliorare e sviluppare il tessuto urbano, sociale, culturale ed economico del territorio cui si riferiscono e che, pertanto, sono favorevole anche alle nuove sperimentazioni in atto, purchè (è ovvio e su questo credo ci sia l’accordo di tutti) vengano fatte nel rispetto delle regole e con la partecipazione e condivisione delle parti istituzionali e sociali cittadine.
Aggiungo, inoltre, benché sia risaputo, che io stimo ed apprezzo il dott. Andrea Bartoli per le sue iniziative culturali portate avanti ai Sette Cortili (e non solo) così come stimo ed apprezzo anche una parte di chi dissente dalle nuove iniziative che dovranno a breve intraprendersi al Castello, tra tutti l’arch. Carmelo Antinoro, del quale tralascio di precisare la sua riconosciuta competenza e professionalità ed il suo ventennale impegno in merito all’argomento in discussione, autore, tra l’altro, del progetto di recupero e qualificazione, giustappunto, del Castello in questione.
Detto questo, poiché il mio intervento vuole e dev’essere interpretato e valutato come contributo positivo e costruttivo nel cammino di crescita della comunità in cui viviamo, mi preme evidenziare che sia l’iniziativa ai Sette Cortili che quella che si vuole intraprendere al Castello, entrambe apprezzabili, non sono certo le uniche e sole che si sono ideate nella città, ma sono solo due delle tante e si inseriscono in un contesto più variegato di iniziative in senso ampio culturali (specie letterarie ed artistiche) ed urbanistiche di recupero e riqualificazione del tessuto urbano e storico della nostra città.
Se non dicessi quello che sto dicendo e che sto ancora per dire farei un grosso torto personale e storico ai tanti che si sono finora spesi con passione e dedizione verso questa direzione, nella convinzione, peraltro, che qualsiasi comunità cresce e si migliora col contributo di tutti in sinergica collaborazione, ciascuno nel proprio ambito e tutti collettivamente in quello sociale.
In questo senso sono state finora davvero tante (e tante altre ancora se ne dovranno ovviamente fare nel presente e nel futuro) le azioni e le iniziative volte alla risoluzione delle complesse problematiche inerenti il recupero e la riqualificazione del centro storico cittadino.
Si potrà o meno condividere la sostanza ed il merito delle cose fatte, ma non si può dire che finora e al di fuori di quelle suddette non sia stato fatto nulla, sia con riferimento al centro storico ed urbano che alle iniziative culturali al Castello e non solo.
Sul primo aspetto, è rinvenibile negli atti di programmazione adottati dall’amministrazione comunale di Favara, risalenti nel tempo e sino ad oggi, una certa attenzione alle questioni relative al recupero e riqualificazione del centro storico o antico.
Si sono già fatti nel passato, e risultano programmati anche per il futuro, parecchi interventi di recupero e di riqualificazione urbana e sociale in centro storico, a cominciare proprio dal Castello medievale (l’impulso è partito proprio dal progetto di recupero del Castello e si continua per fortuna ancora a parlare della centralità del Castello; ecco perché dal Castello al Castello) e proseguendo con piazza Cavour, sede del municipio, piazza Giarritella, piazza della Vittoria, piazza Fonte Canali, largo Cicchillo, piazza della Libertà, l’antica area degli orti (progetto ORTUS, il cosiddetto contratto di quartiere II), via e piazzetta Kennedy, piazza Garibaldi ed i locali dell’ex pretura (oggi sede dell’associazione Mondo X), la biblioteca comunale, la Casina del barone Antonio Mendola, viale Pietro Nenni e piazza della Pace, c.da Stazione ed il Parco di Giufà.
Inoltre, la gran parte dei piani e dei programmi soggetti a finanziamenti pubblici (regionali, nazionali e comunitari) sono stati concentrati per la maggior parte dei casi in progetti di recupero e riqualificazione urbana e sociale in centro storico.
In particolare, la nostra pianificazione strategica di aerea vasta, che comprende oggi ben undici comuni dell’agrigentino, ha come filo conduttore tematico, principalmente, il centro storico delle città interessate, tema inserito nei piani integrati di sviluppo urbano e territoriale (i cosiddetti PISU/PIST) di detti comuni.
Addirittura, il PISU (piano integrato di sviluppo urbano) del comune di Favara si chiama “La Fonte e lo Sviluppo – riqualificazione del centro storico di Favara” ed ha ad oggetto esclusivamente interventi di riqualificazione all’interno dell’area del centro storico (ovviamente, di beni e strutture pubbliche e non potrebbe essere diversamente, non avendo l’Ente pubblico competenza ad intervenire per quelli di proprietà dei privati).
Anzi, uno di questi progetti è stato pensato per il recupero e la riqualificazione dell’area pubblica interna ai Sette Cortili, proprio per dare decoro e funzionalità al progetto della Farm Cultural Park, in uno spirito di reciproca e sinergica collaborazione pubblico/privato.
Inoltre, è pronto ed è stato già trasmesso al consiglio comunale lo schema di massima del nuovo piano regolatore generale del comune di Favara che ha consentito di avviare anche, parallelamente al P.R.G., la redazione del piano di recupero del centro storico.
Infatti, a seguito dell’approvazione dello schema di massima del nuovo PRG (27.07.2009) si è provveduto, con determina dirigenziale n. 360 del 28.12.2009, ad incaricare un gruppo di geologi per lo studio finalizzato al “recupero del centro storico del Comune di Favara”.
Con successiva determina dirigenziale n. 361, pari data, si è dato ulteriore incarico ad un gruppo di tecnici per il rilievo e la schedatura degli edifici del centro storico di Favara.
Con ulteriore determina dirigenziale n. 362, pari data, si è provveduto anche alla costituzione del gruppo di lavoro tecnico-amministrativo per la redazione del piano di recupero del centro storico.
Inoltre, ad ulteriore conferma dell’interesse e dell’attenzione dimostrata dall’amministrazione alle problematiche del centro storico, è stato presentato un ennesimo corposo, integrato e complesso progetto denominato “CENTRO ANTICO”, approvato con verbale di giunta municipale n. 75, del 12.06.2009 e trasmesso alla regione Siciliana il 15.06.2009 per l’eventuale finanziamento, che mirava alla costituzione di un sostanziale parco progetti regionale volto alla promozione di programmi di riqualificazione urbana funzionale ed alla promozione di programmi di edilizia universitaria destinati alla residenza per studenti, alla didattica ed alla ricerca.
Nello specifico la proposta progettuale “Centro Antico” conteneva il recupero e la riqualificazione di una buona parte del centro storico di Favara, mediante lavori di riqualificazione urbana e funzionale di strade, aree ed edifici ricadenti nel tessuto urbano del centro storico.
Risulta anche approvato il nuovo piano commerciale; sono stati approvati due centri naturali commerciali (viale Aldo Moro e, appunto, Centro Antico); il Distretto delle Miniere e quello Turistico ecc….
Certo, si può e si deve fare ancora di più e meglio, ma nessuno può dire che prima, durante e dopo i Setti Cortili non c’è stata attenzione per il centro storico cittadino.
Sulle iniziative culturali al Castello (e non solo) vi è stata nel passato una innumerevole serie di attività artistiche, letterarie e sociali di grande rilievo; in parecchi hanno sempre riconosciuto il Castello l’epicentro delle attività artistico-culturali-letterarie non solo di Favara, ma della provincia di Agrigento.
Non starò qui ad elencare tutte le numerosissime e variegate iniziative culturali svoltesi al Castello negli anni, ma non si dica che il Maniero è stato vuoto di attività, programmazione ed attrattività di vario genere, mostre di arte contemporanea comprese.
Voglio ricordarne soltanto alcune e quelle che mi vengono velocemente in mente: le attività legate all’Agnello Pasquale; la presentazione di decine di libri di autori locali: Antonio Patti, Antonio Arnone, Carmelo Antinoro Totò Sciortino, Antonio Liotta, Gerlando Cilona, Gero Castronovo, Calogero Sorce, Lillo Vetro, le raccolte degli autori locali di Peppe Piscopo, e a tantissimi altri, nonché provinciali, siciliani e nazionali, da Gaetano Savatteri ad Enzo Alessi, da Gaspare Agnello ad Alessandro Russello per i libri di Antonio Russello, da Angelo La Russa per Gaspare Ambrosini, a Liliana Arrigo, ecc…; il programma “I COLORI DELLA PACE”; il premio letterario “IGNAZIO BUTTITTA”; il congresso internazionale sulle “CELLULE STAMINALI”; da “AD OTTOBRE PIOVONO LIBRI”, all’esposizione artistica “Favar’Art”; l’esposizione delle collezioni di pittura del maestro Pasquale Farruggia, del maestro Vincenzo Patti e dell’Accademia di Arte, Cultura e Legalità, del maestro Turi Morello e della moglie; varie rappresentazioni sceniche, teatrali, musicali; le molteplici attività Natalizie; convegni, conferenze, premiazioni, dibattiti, corsi di aggiornamento professionale e specializzazione alle professioni, l’esibizioni delle scuole di canto e di ballo; gli incontri con le tante associazioni culturali, dei giovani, della Pro Loco; ed ancora, gli incontri istituzionali, di presentazione dei progetti comunitari, di rappresentanza del Comune, di ospitalità di delegazioni nazionali ed estere, i gemellaggi, le preparazioni dei prodotti eno-gastronomici, le degustazioni dei prodotti locali, la scuola Alberghiera, gli incontri con gli autori, la partecipazione delle scolaresche, ecc…, potrei continuare all’infinito; altro che vuoto e disinteresse.
Abbiamo anche chiesto ed ottenuto un finanziamento europeo per la ristrutturazione del Castello ed abbiamo fatto le manutenzioni necessarie.
Che fine farà tutto questo con la nuova programmazione?
Sì, si può fare di più e meglio; ed allora facciamolo insieme, ma senza tralasciare le attività ed il contributo degli altri.
FAVARA HA BISOGNO DI TUTTI.