E’ talmente grande la rabbia che ho nel corpo da non sapere come e da dove iniziare. Rabbia per i diritti essenziali calpestati, per l’abbandono delle fasce più deboli, per l’ignoranza della politica sull’attuale disperata situazione della società civile.
Cito fatti di Favara, che sono di tutti i cittadini della Provincia agrigentina.
Stamattina mi ha chiamato Leonardo Pitruzzella, presidente del Consiglio comunale. La telefonata di sfogo all’amico più che al giornalista, per una storia inverosimile che vive un nostro concittadino al quale è stato negato il diritto sacrosanto al servizio idrico.
Disoccupato, povero per eccellenza, con un figlio di due anni e la moglie casalinga, sopravvivono grazie alla nonna ultra ottantenne, ammalata, che si tengono in casa con una pensione di circa 600 euro.
Vuole pagare il debito arretrato, ma con rate di dieci o venti euro al mese. Del resto, cosa rimane ad un nucleo familiare di quattro persone con un reddito di 600 euro, alla fine del mese?
La domanda è all’indirizzo delle Istituzioni, per quanto mi riguarda conosco la risposta che in considerazione del mio stato d’animo è “alla fine del mese gli rimane un cazzo”.
Torniamo alla nostra storia. Decido di chiamare Girgenti acque e di “invocare” il riallaccio, della particolare utenza. Riporto le stesse parole del malcapitato “io posso lavarmi alla fontana pubblica, posso portare l’acqua con il bidone a casa per l’igiene della nonna, ma con il bambino è indispensabile avere il servizio, anche minimo, proprio quello previsto per i morosi”.
Girgenti acque replica che, l’utente deve recarsi presso gli uffici dell’azienda con il modello Isee per chiedere la rateizzazione che nel caso specifico può scendere a rate mensili di 50 euro. Riaffermo il concetto dell’impossibilità a pagare tale importo e dall’altra parte chiudono la conversazione sentenziando che “Girgenti acque non può regalare l’acqua”.
Intanto, il rovescio della medaglia di “Girgenti acque non può regalare l’acqua” è che non si può negare il diritto all’acqua, ma chi è disponibile a fare rispettare questo diritto?
La stampa ha, in tante occasioni, denunciato il triste fenomeno.
Si sono consumati consigli comunali aperti in diversi Comuni e si è svolta una seduta straordinaria del Consiglio provinciale senza arrivare ad un minimo risultato concreto.
La politica vive la faccenda in una sorta di tranquilla passerella come se non conoscesse l’economia del territorio. Meglio. Alla politica, nel frattempo mi sono calmato, ma non trovo un termine migliore, non gliene fotte un cazzo della miseria della gente generata dalla storica incapacità della stessa politica locale.
Viceversa non si verificherebbero i tagli totali dell’erogazione idrica nelle abitazioni dei morosi.
Che fine hanno fatto i diritti dei cittadini? Che fine ha fatto il diritto, lo Stato solidale?
E i tagli alle prese idriche, per restare nel tema, non sono la sola prova dell’oceanica ignoranza della politica nostrana sullo stato della capacità di reddito degli agrigentini.
Ecco pronta un’altra dimostrazione.
In pieno centro urbano, siamo a Favara nella via Alcide De Gasperi, Girgenti acque per un nuovo allaccio ha presentato un preventivo spesa a carico dell’utente di 1.373,21 euro. Lascia, comunque, al cittadino la possibilità di eseguire direttamente i lavori, ma secondo le prescrizioni aziendali. In questo caso pagherebbe “solo” 309 euro. Come dire, ci prendono pure per i fondelli.
Nell’attuale periodo di crisi economia, su cento agrigentini quanti sono nelle condizioni di affrontare simili costi per allacciarsi alla rete idrica?
Uno, due, cinque, ma non di più, gli altri 95 entreranno a far parte di quella parte del Mondo che non ha l’acqua per la propria sopravvivenza.
3 commenti
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IL DIRITTO DELL’ACQUA
Negare il diritto all’acqua, in questa epoca cosiddetta civile, industrializzata, tecnologica e moderna, è quanto meno sconcertante e riprorevole e, viola il diritto alla vita affermato dalla dichiarazione universale dei diritti umani.
il 28 luglio 2010 l’ONU dichiara che un bene come l’acqua è un diritto umano universale e fondamentale.
Fatta questa premessa, considerata la situazione attuale nel nostro paese, che pur non è il solo in provincia di Agrigento, e dopo aver letto oggi l’agghicciante storia pubblicata nell’articolo del direttore Franco Pullara, mi corre l’obbligo dire ciò che penso in merito; e ciò non può che ammonire la nostra classe politica.
E’ sicuramente discutibile la poca umanità riscontrata nella dirigenza del gestore dell’acqua, ma non è certo un crimine se non si vuol cambiare un piano di rientro del debito.
Il compito, anzi l’obbligo, di portare alla ragione questi dirigenti sui piani di rientro, di sollecitare gli stessi affinchè rispettino gli impegni assunti nella convenzione riguardo gli investimenti, i contatori ect, spetta ai nostri politici, all’amministrazione comunale e al Sindaco Manganella.
Ma ancora più onorevole dovrebbe essere la battaglia dei rappresentanti del popolo per evitare che si continui a tagliare le prese idriche della gente, delle famiglie, dei padri e delle madri che pur volendo saldare i loro debiti, oggi si trovano impossibilitati a farlo per l’evidente crisi.
Mi auguro che gli 11 consiglieri che finora hanno combattuto per non far mortificare chi non ha possibilità economiche, continuino su questa strada; e spero possano convincere gli altri a lavorare al proprio fianco.
Ma si vuole intervenire?
Cosa sta facendo a riguardo il primo cittadino?
Se ne sta occupando oppure è impegnato nei giochi di palazzo per formare una nuova giunta che lo porti a campare, politicamente, quanto più possibile?
Io, per il bene dei miei concittadini, mi auguro che Manganella possa avere uno scatto d’orgoglio e risolvere questa spiacievole situazione; in caso contrario lo invito a dimettersi e a dare mandato al popolo di scegliere un uomo veramente capace di fare gli interessi della collettività.
Mi auguro, infine, che i neo Deputati alla Camera possono far valere i propri seggi affinchè venga approvata una norma che garantisca, finchè sia necessario, una minima quantità d’acqua ai morosi (quelli sinceri) per preservare la vita, la dignità e la salute.
ANTONIO MOSCATO
Io vivo a Milano, sapete quanto spendo per l’acqua in un anno ?
73,53 Euro !!! Questa è la quota annuale per ogni singolo cittadino per acqua e rete fognature; noi abbiamo l’acqua 24 ore su 24, l’acquedotto è gestito dal comune. Cittadini Siciliani ribellatevi !!! Scendete nelle piazze dei vostri comuni e fatevi sentire !!!