"Caro fratello Francesco, rispettosamente mi permetto di rilevare alla tua saggia attenzione e valutazione, che il tuo fedele popolo favarese (me compreso) si è fortemente “distratto”.
Ultimamente infatti, ha perseguito con accanimento, un obiettivo che, se pur nobile, è sempre un motivo “ pagano” che dovrebbe avere, sempre e comunque, una posizione secondaria rispetto al nostro simbolo cattolico-cristiano e cioè la Santa Croce, emblema della sacra immolazione del Cristo a riscatto delle colpe dell'umanità.
Infatti, da un po di mesi, gran parte del popolo favarese, con prevalente determinazione da parte di alcuni amministratori e del mondo politico-imprenditoriale in generale, si affanna instancabilmente per rifare il busto del grande benefattore e scienziato Barone Antonio Mendola, (morto nel 1908); busto, che recentemente, è stato trafugato dal suo piedistallo da parte di ignoti.
Personalmente ne condivido in pieno l'azione del ripristino, ma al contempo, non ho potuto evitare l'indignazione sulla totale, e sottolineo totale, indifferenza che tutt'ora impera verso il ripristino della bellissima croce cristiana che da circa 30 anni, è pietosamente spezzata in vetta al magnifico prospetto in stile “lombardo-rinascimentale” sulla nostra stupenda Chiesa madre.
Su questo accanimento, relativo alla disponibilità di interventi per il ripristino del busto-Mendola” da parte di molti virtuosi personaggi del comparto politico e della categoria imprenditoriale favarese, disponibilissimi a sostenerne i costi, su questo accanimento, come dicevo, non ho potuto evitarne l'accostamento col comportamento che il popolo ebreo, ha avuto durante la fuga dall'Egitto.
Gli ebrei pensarono al vitello d'oro e i favaresi al busto, mentre trascurano il sacro.
CARO DON FRANCESCO,
se lo ritieni opportuno, richiama con tono il tuo popolo, “scaglia “ su noi tutti, come fece Mosè, il rimprovero per la “trentennale distrazione” che popolo e clero ha mostrato su questa croce spezzata.
Con l'auspicio, che il ripristino possa essere di indulgente benevolenza divina per il nostro “martoriato” paese.
Bacio rispettosamente e devotamente le tue consacrate mani".
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GRANDE DINO VARISANO. BUONA PASQUA.