“Altro che naufragio del modello Sicilia. Anzi, ieri in aula se n'è vista, forse, la migliore espressione. Abbiamo sempre detto in tutte le salse che avremmo appoggiato tutte le buone idee e le buone leggi, da qualsiasi parte arrivate. E quella di ieri non era una buona legge, senza gli opportuni correttivi che noi avevamo proposto. Il doppio voto di genere, senza il centro unificato per lo spoglio, spiana la strada al voto di scambio, proiettando l'isola indietro di parecchi anni”.
Giancarlo Cancelleri, capogruppo, del Movimento Cinque Stelle all'Ars, commenta cosi il voto di ieri in aula, “che ha mostrato ai siciliani la vera anima della maggioranza, che per approvare le leggi è pronta a raccattare voti ovunque”.
“Ieri – afferma Cancelleri – abbiamo visto di tutto. Chiedere dieci minuti di sospensione, come ha fatto Musumeci, per chiudersi in una stanza col presidente della Regione per trovare la quadra, per noi è inammissibile e noi non l'avremmo mai fatto”.
Per il deputato Francesco Cappello non esiste il modello Sicilia sbandierato da Crocetta. “Il vero Modello Sicilia – dice – siamo noi. Ieri il centrodestra ci ha accusato di essere venduti per aver votato contro la sua pregiudiziale. Ci hanno urlato vergogna, salvo poi votare assieme al centrosinistra in favore della legge. Abbiamo agito con coerenza e non dobbiamo vergognarci di nulla. Anzi cominceremo a vergognarci quando capiremo di cominciare ad assomigliare a loro”.
Il M5S non contesta lo spirito della legge approvata, ma censura assolutamente i pericoli che si celano dietro ad essa.
“C'è certamente bisogno di una partecipazione più numerosa alla vita della politica del Paese da parte delle donne – afferma Cancelleri – ma le controindicazioni ora potrebbero essere devastanti. Per assicurare legalità e trasparenza avevamo proposto, oltre al seggio unificato per lo spoglio, anche la rimozione delle tendine dalle cabine elettorali per scongiurare l'uso di telefonini e apparecchi fotografici, ma, evidentemente, non se ne avverte la necessità”.
Il seggio unificato proposto dal Movimento Cinque Stelle prevedeva, a chiusura delle urne, il trasferimento, tramite forse di polizia, delle schede elettorali dalle varie sezioni in cui si votava, presso un'unica sezione unificata per i Comuni con meno di 10 mila abitanti e in sezioni unificate di 15 mila cittadini aventi diritto al voto per città più grandi. Qui sarebbe avvenuto lo spoglio delle schede, alla presenza dei presidenti di seggio”.
Spirito buono, ma legge non indispensabile per il deputato Gianina Ciancio.
“Noi siamo la prova vivente – dice – che non c'è bisogno di una legge per aumentare il numero di donne nelle istituzioni, perché se si lasciano i cittadini liberi di scegliere, questi guardano non al sesso, ma al merito”.
“La legga approvata ieri – commenta il deputato Claudia La Rocca – è solo un apparente passo avanti avanti per le pari opportunità, perché non è la soluzione al problema della presenza delle donne in politica, ma è un concreto passo indietro sul fronte legalità poiché queste testo, così elaborato, espone al potenziale controllo del voto”.