“Non condivido le logiche messe in atto dal consiglio d’amministrazione. Ragion per cui non posso continuare a svolgere il mio ruolo”. Massimo Muglia annuncia le dimissioni da direttore della Fondazione “Teatro Luigi Pirandello” di Agrigento.
Cosa sta succedendo professore Muglia?
“Niente di stravolgente. Sono stati due anni di grande impegno in cui ho rilanciato l’attività della Fondazione, contenendo persino i costi, anche se qualcuno sostiene il contrario. Adesso è arrivato il momento di dire basta perché le mie idee, il mio modo di operare e di organizzare la struttura non coincide con l’impostazione del Cda”. Certo, capisco: nel tempo in cui viviamo e nel territorio in cui ci troviamo le dimissioni rappresentano un atto straordinario. Ma per me è un gesto naturale, semplice e ordinario”.
Lei prima di ricoprire l’attuale incarico, è stato vicesindaco al Comune di Agrigento. Con Zambuto c’è stata sempre grande sintonia. Ora il rapporto si è incrinato? Ricordiamo che il sindaco è il presidente del Cda della Fondazione.
“Con Marco c’è sempre un buon rapporto di amicizia e di stima reciproca. Tant’è che lui è al corrente della mia scelta. Ma quando c’è qualcosa che non va e non ci sono più le condizioni per continuare a lavorare assieme, bisogna avere l’onestà intellettuale di fermarsi. Ed è quello che io sto facendo. Anche da vicesindaco non avevo condiviso alcune linee guida riguardanti ad esempio la gestione del personale e ho tratto le conseguenze”.
Le vicende giudiziarie che hanno investito la Fondazione hanno, in qualche modo, influito in questa sua scelta di lasciare?
“Assolutamente no. Le motivazioni, lo ripeto, sono quelle che ho evidenziato in precedenza. Mi auguro per il mio amico Marco che questa inchiesta abbia un epilogo positivo. Anche perché, da quello che a me risulta, credo che non ci sia nulla di grave nell’attività svolta dalla Fondazione”.
Quando formalizzerà le dimissioni?
“Non appena avrò portato a compimento il mio lavoro, avrò definito il bilancio e chiuso i conti. Prima possibile insomma. Appena matureranno i tempi, consegnerò la lettera direttamente nelle mani del sindaco”.
Il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, anche lui raggiunto telefonicamente, ha commentato: “ufficialmente non so nulla”. Poi ha aggiunto: “Si tratta di un disimpegno concordato che rientra nell’ambito di un normale turnover”.