Ci sono ancora luoghi pubblici inaccessibili ai diversamente abili. Grave. Gravissimo addirittura, se si pensa che il semaforo rosso scatta nelle strutture, di proprietà di enti locali, destinate ad attività motorie e sportive. Succede ad Agrigento: lo denunciano due genitori, costretti a trascinare con le braccia la carrozzina del loro figlio per attraversare le rampe della scale che conducono alla vasca della piscina comunale di Villaseta.
Una storia che deve certamente fare riflettere. Che deve indurre Palazzo dei Giganti a prendere i provvedimenti del caso subito, immediatamente per procedere, nel rispetto della legge in materia, ad abbattere le barriere architettoniche. Non si può sacrificare tutto sull’altare della crisi, della ghigliottina del vincolo del patto di stabilità. Perché è questo ormai il ritornello che gira e rigira nelle pubbliche amministrazioni.
I gradini incriminati sono una ventina: ostacoli che per essere superati richiedono la forza fisica e l’amore del padre e della madre. E il Comune? l’Amministrazione? Forse aspetta che le vacche tornino a mettere su qualche chilo. Oggi sono troppo magre per pensare di mungere spiccioli da investire nel settore sociale. Il sindaco assicura comunque “una tempestiva soluzione”. Anche perché la piscina di Villaseta è priva pure di un sollevatore e gli spogliatoi, i servizi igienici e le docce necessitano di essere meglio curati e messi a norma
E sulla questione da tempo ha preso posizione il consigliere comunale, Antonio Cicero, autore di tre diverse interrogazioni. “Ci sono dislivelli e avvallamenti nel pavimento – precisa l’inquilino di aula Sollano – è dallo scorso mese novembre che mi occupo di questo caso, ma senza ricevere risposte. Mancano anche i percorsi tattili per i non vedenti e perfino trovare un semplice corrimano in questo impianto è qualcosa di straordinario” – conclude Antonio Cicero.