Dal prossimo 7 giugno e fino al 31luglio per i più fortunati, migliaia (ancora indefinite) di lavoratori della formazione professionale in Sicilia si ritroveranno senza lavoro. Perché? La risposta è scontata e sotto gli occhi di tutti:
GLI ENTI DI FORMAZIONE AGGIUDICATARI DEL BANDO TRIENNALE AVVISO 20/2011, AD OGGI NON HANNO NOTIZIE SULL'AVVIO DELLA SECONDA ANNUALITÀ. Per il vero, non hanno ufficiali comunicazioni sul mancato rifinanziamento, ma solo notizie attinte da giornali, social network, ecc.
In qualsiasi parte del mondo, non solo in Italia, qualsiasi impresa (quelle degli attuali enti sono tutte imprese "no profit"), avrebbe già agito di conseguenza:
AVVISO DI LICENZIAMENTO A FAR DATA DALLA CHIUSURA DELLE ATTIVITÀ' FORMATIVE!
Invero, qualche Ente dice di averlo fatto (anche se lo si apprende solo e sempre dai social network). Gli altri enti, quelli più temerari forse (incoscienti?!) non l'hanno ancora fatto, magari perché da tempo abituati ai ritardi incostituzionali di un un Ente pubblico come la Regione, spera ancora in un responsabile dietro front da parte di chi prima ti dice che per tre anni possiamo stare tutti tranquilli, almeno che poi ci si trova costretti a sentirsi dire "stavamo scherzando". Del resto se l'approvazione di tre annualità non sarebbe dovuto servire sopratutto a questo, e cioè di darsi una programmazione più distesa, precisa e ed incisiva, a cosa sarebbe dovuto servire?
Invece no! Parliamo di tutto, ma proprio di tutto, in tutti i tavoli, in tutte le lingue, con qualsiasi interlocutore….ma non parliamo di avviso 20.
Personalmente, questa posizione mi sembra più una presa di posizione piuttosto che frutto di una seria programmazione alternativa.
Ma ritorniamo a noi.
Sda parla continuamente di riqualificazione. Attività sacrosanta, anzi da rendere obbligatoria a parere mio in tutti i progetti formativi prima del loro inizio operativo a favore degli allievi. azione, questa, che qualche ente aveva preso in considerazione con l'avviso 20.
Ma quale personale riqualificare? Cioè, se gli enti sono obbligati a licenziare, cosa riqualifichiamo lavoratori licenziati? Certo, possibile, ma la scelta spetta ad ogni ex lavoratore, così come a qualsiasi licenziato del territorio siciliano. Magari riceveranno un'indennità dall'ente che si occuperà della riqualificazione di qualche centinaio di euro, ma SEMPRE LICENZIATI RESTANO! Poi appena ci sarà qualche bando al quale qualche ente vorrà partecipare, qualora previsto, qualcuno di loro potrà anche trovare ristoro per un po'.
Intanto, gli enti seri, cioè quelli che hanno impegnato la loro faccia con proprietari di immobili e fornitori, con aziende ed associazioni del territorio per una formazione di qualità, con l'utilizzo di formatori anche esterni per garantire qualita ed esperienza, se sono coerenti con la loro professionalità devono chiudere, devono smantellare tutto se, appunto, non vogliono perderci la faccia. Se no chi paga tutto questo? Si proprio loro, gli enti seri, capaci, responsabili, quelli che avevano intravisto nel nuovo sistema adottato dal l'avviso 20 un insperato cambio di tendenza, dove al centro non c'erano le rendicontazioni bensì l'efficacia, l'efficienza, la presenza costante degli allievi, le aspettative e i bisogni degli stessi……adesso sono costretti a chiudere!
Fino ad ora nessuno era arrivato da loro ad intervistare gli allievi,a essere onerati a trasmettere le loro presenze giornalmente, a registrare tutto in un sistema informatico che monitorasse tutto, sembrava che qualcosa stesse cambiando, che si fosse dinanzi ad un cambio di tendenza ( tant'è che alcuni enti, i soliti furbi, di fronte ad un sistema diversamente rigido, non hanno nemmeno iniziato le attività o le hanno chiuse poco tempo dopo). E invece niente, parlatemi di tutto….ma non dell'avviso 20.
Ma chiamiamolo 21, 22, piano Barca, chiamiamolo come vogliamo, ma un'esperienza come questa non può gettarsi via come se nulla fosse, senza nemmeno avere avuto la possibilità gli effetti che ha procurato. Si è capito che non è vero che i soldi per un altro anno di avviso 20 non ci sono, però se proprio non si vuole, diamogli un nome diverso, almeno per un altro anno, e prendiamoci, o prendetevi tutto il tempo che volete per riprogrammare, per ripartire da capo!
Se poi si è deciso che tutto deve essere cancellato con un colpo di spugna, si prenda in esame allora in maniera seria su cosa si intenda fare, specie quando si parla di riqualificazione.
Perché a questo punto, allora, forse la strada da percorrere potrebbe esserci, ma anche li la Regione deve dire chiaro quali sono i suoi fini, senza nascondersi.
Se ha deciso che in questa fase vuole chiudere con gli enti, liberi di farlo, ma comunicateglielo. Ci sarà chi capirà, chi no, ma se la decisione è questa, è inutile girarci attorno, perché non essere leali? Però non fate sapere loro, tramite le associazioni che li rappresentano, che sarebbe cosa gradita alla Regione se collaborassero non licenziando i lavoratori! Ma di cosa stiamo parlando? Ma che senso ha tutto questo?
Se al contrario, la Regione desidera ancora interloquire con loro, reiniziare un percorso più condiviso e serio, se vuole che i lavoratori non vengano licenziati, anche gli enti devono essere parte integrante di una riforma e di un nuovo piano di formazione 2013/2014, quello per intenderci finanziato dal "Piano Giovani". In questo caso, gli enti dovrebbero rimanere titolari dei piani formativi rivolti ai futuri allievi. Piani formativi che, però, devono obbligatoriamente prevedere una fase per un periodo condiviso degli operatori della formazione, delegata, perché no, ad un ente terzo (Ciapi?). La regione rivestirà il ruolo che ha già egregiamente avviato, e cioè quello della ricerca dei bisogni formativi in termini di qualifica professionale, di censimento dei lavorativi attraverso gli sportelli multifunzionali, e di collante con enti datoriali, mondo delle imprese, ecc. Gli enti, qualora fosse richiesto dalla tipologia di finanziamento, potrebbe cofinanziare l'operazione attraverso quote figurative ( come il mancato utilizzo del personale in fase di formazione, o altre forme similari).
Solo così, gli enti potranno continuare a rimanere in vita e non licenziare i lavoratori. Fermo restando che gli utenti finali di tutto questo sono e saranno sempre i giovani con le caratteristiche e l'età richiesta dal piano giovani, e per i settori e qualifiche intanto individuate.
Le regole, gli indirizzi di controllo saranno sempre in carico alla Regione che valuterà ogni ente per il proseguo o meno dei rapporti intrapresi, attraverso un sistema di monitoraggio controllo e valutazione vero ed efficace.
IN TUTTO QUESTO, COMUNQUE, PRIMA DI OGNI COSA SERVE UNA COSA: LA LEALTÀ!
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